martedì 28 settembre 2010

Mordimi


Regia: Jason Friedberg e Aaron Seltzer
Cast: Matt Lanter, Jenn Proske, Chris Riggi, Ken Jeong, Diedrich Bader, Michelle Lang, David DeLuise, Crista Flanagan, Mike Mayhall, Kelsey Ford, Rett Terrell, Stephanie Fischer, Arielle Kebbel, Jeff Witzke, Jun Hee Lee, Krystal Mayo, Charlie Weber, B.J. Britt, Bradley Dodds, Matthew Warzel, Emily Brobst, Devon Kelly, Nick Eversman, Zane Holtz, Michael Hanson, Helena Barrett, Anneliese van der Pol, Marcelle Baer.
Genere: Commedia
Durata: 82 minuti
Voto: * 1/2

Becca Crane è un'asociale, sofferente, solitaria e depressa cronica piena di insicurezze e di rabbia profonda che nessun essere umano è in grado di capire. In altre parole, la tipica adolescente americana. Becca ha appena lasciato la sua casa a Phoenix, per tornare a Sporks e vivere con il suo padre ultraprotettivo, Frank. Nonostante sia stata accolta a braccia aperte dai ragazzi della sua nuova scuola, Becca tende a sentirsi triste e incompresa. In breve tempo, conosce la misteriosa famiglia Sullen, che è incredibilmente attraente, estremamente riservata e diversa da chiunque altro abbia mai incontrato. Tutto questo per una buona ragione: i Sullen sono una famiglia di succhiasangue.

Jason Friedberg e Aaron Seltzer, i registi del film, sono due autori specializzati nel parodiare film di successo. Dopo essere stati sceneggiatori del primo "Scary Movie", i due autori si sono messi in proprio ed hanno realizzato "Hot Movie" "Epic Movie", "Disaster Movie", e "3ciento - Chi l'ha duro...la vince" sempre mettendo alla berlina le pellicole e le mode più in voga del momento.

"Mordimi" a differenza delle precedenti opere del duo, non prende in giro tanti film differenti dello stesso genere, ma soltanto una saga, quella di "Twilight". Lontano dall'ironia al vetriolo tipica, invece, delle splendide parodie di David Zucker, questo filmetto colleziona battutine ed oscenità ma con il rispetto di chi, come i registi ammettono, è fan della serie in questione.

Per fortuna, ad alzare un pochino le sorti di questo obrobrioso prodotto, è intervenuta la convincente interpretazione dell'attrice protagonista Jenn Proske capace di imprimere un tono drammatico al suo personaggio che poi scade nel comico a causa della voluta paradossalità delle situazioni.

Friedberg e Seltzer non hanno fatto alcun progresso nel corso della loro filmografia, rimanendo ancorati ad una comicità eccessivamente americana e quindi, in alcuni tratti, difficilmente comprensibile agli spettatori nostrani. Nonostante qualche gag riesca a strappare un sorriso, "Mordimi" rimane un prodotto ad uso e consumo di un pubblico under 18. Se, poi, qualcuno va al cinema solo per veder distrutto senza pietà l'odiato "Twilight" resti pure a casa. Non farà altro che accrescerne il successo.

Parodia all'acqua di rose realizzata con tanto amore.

Sharm El Sheikh


Regia: Ugo Fabrizio Giordani
Cast: Giorgio Panariello, Enrico Brignano, Maurizio Casagrande, Cecilia Dazzi, Michela Quattrociocche, Laura Torrisi, Hassan Shapi, Fioretta Mari, Gabriele Penteriani, Sergio Muniz, Walter Santillo, Ludovica Bizzaglia, Elena Russo, Daniele La Leggia
Genere: Commedia
Durata: 90 minuti
Voto: *

Fabio Romano è un ottimo venditore di polizze assicurative si trasforma in mediocre mentitore quando rischia di perdere il lavoro e non dice nulla a casa; mamma Franca ha una piccola attività di catering e fa i conti con la precarietà del suo matrimonio, ma non ha il coraggio di dirlo al marito; la figlia Martina è reduce da un’amore finito; mentre Giulia è un’adolescente all’eterna ricerca del suo primo vero amore. A chiudere, c’è Nonna Camilla, la madre di Fabio, vedova, colta, accanita giocatrice d’azzardo. Perde sempre perché quando vince non riesce mai a fermarsi.

Il punto di partenza di "Sharm el Sheikh" è nobile. Vorrebbe, cioè, raccontare un certo tipo di famiglia italiana che, arricchitasi con fatica, non vuole perdere in tempo di crisi i privilegi ottenuti, e per farlo è disposto a mettere da parte qualsiasi valore morale. La resa di tutta questa bella carne messa sul fuoco è pessima.

La sceneggiatura, infatti, è priva di spunti interessanti con battute riciclate che, sentite per la millesima volta, fanno sbadigliare anzichè ridere. Gli interpreti sono tutti al di sotto delle loro possibilità, dovendosi abbassare al livello infimo del prodotto. Brignano è il solito bancario fantozziano sfigato ma simpatico; Maurizio Casagrande il più classico degli arrivisti destinato ad una fine ingloriosa e Panariello rifà Naomo con una puntina di satira a Berlusconi (bonaria, naturalmente).

Pessimo anche il cast femminile: Cecilia Dazzi è disastrosa ma ancora peggio risultano la coppia di adolescenti Quattrociocche - Bizzaglia, nei panni di due sorelle che definire odiose è far loro un complimento. Persino la brava (di solito) Fioretta Mari si perde nel clichè della nonnina tutto pepe. Ingiudicabile Laura Torrisi, bellissima quanto muta.

"Sharm El Sheikh" vorrebbe entrare nell'Olimpo della vecchia commedia all'italiana, come candidamente ammesso dal regista Ugo Fabrizio Giordani, però il risultato finale è un orrido miscuglio tra un cinepanettone e un film di Moccia (non a caso Michela Quattrociocche, Ludovica Bizzaglia e Daniele La Leggia vengono da lì).

Cita a sproposito il capolavoro di Dino Risi "Una vita difficile" con un impareggiabile Alberto SordiFabio Romano (Enrico Brignano) è un ottimo venditore di polizze assicurative si trasforma in mediocre mentitore quando rischia di perdere il lavoro e non dice nulla a casa; mamma Franca (Cecilia Dazzi) ha una piccola attività di catering e fa i conti con la precarietà del suo matrimonio, ma non ha il coraggio di dirlo al marito; la figlia Martina (Michela Quattrociocche) è reduce da un’amore finito; mentre Giulia (Ludovica Bizzaglia) è un’adolescente all’eterna ricerca del suo primo vero amore. A chiudere, c’è Nonna Camilla (Fioretta Mari), la madre di Fabio, vedova, colta, accanita giocatrice d’azzardo. Perde sempre perché quando vince non riesce mai a fermarsi., ma la sua collocazione ideale è la prima serata di Canale 5. Più fiction che cinema, e di pessima qualità.




Mangia, prega, ama


Regia: Ryan Murphy
Cast: Julia Roberts, James Franco, Richard Jenkins, Viola Davis, Billy Crudup, Javier Bardem, Arlene Tur, Tuva Novotny, Lidia Biondi, Luca Argentero, James Schram, Christine Hakim, A. Jay Radcliff, Bocker, David Lyons, Stephanie Danielson, Elena Arvigo, Alyxx Morgen, I. Gusti Ayu Puspawati, Hadi Subiyanto, Mike O’Malley, Ashlie Atkinson, Lisa Roberts Gillan, Gita Reddy, Elijah Tucker, Remo Remotti, Andrea Di Stefano, Sophie Thompson, Lucia Guzzardi, Giuseppe Gandini, Welker White, Peter Davis, Michael Cumpsty, Roberto Di Palma, Vanessa Marini, Silvano Rossi, Emma Brunetti, Chiara Brunetti, Rushita Singh, Ritvik Tyagi, Sd Pandey, T.J. Power, Richard V. Vogt, Anakia Lapae, Shona Benson, Micky Dhamejani
Genere: Drammatico
Durata: 140 minuti
Voto: *

Liz Gilbert ha tutto ciò che una donna moderna può sognare – un marito, una casa e una carriera di successo – ma come tante altre donne, è insoddisfatta, confusa ed è alla ricerca di cosa effettivamente desidera dalla vita. Appena divorziata, trovandosi ad un bivio, Liz decide di allontanarsi dal suo ambiente rischiando tutto e, per dare un cambiamento radicale alla sua vita, intraprende un viaggio intorno al mondo, un percorso per ritrovare se stessa.

Come ultimamente succede spesso nel mondo del cinema, anche "Mangia, prega, ama" è tratto da un best-seller, in questo caso il romanzo autobiografico di Elizabeth Gilbert. Per rendere al meglio la trasposizione in pellicola, la produzione ha deciso di ingaggiare Ryan Murphy e Jennifer Salt, rispettivamente regista e sceneggiatrice di serie di successo come "Nip/Tuck" e "Glee", famose al pubblico soprattutto per l'ironia tagliente e i dialoghi al vetriolo.

In questo film, però, le due caratteristiche appena citate spariscono, per lasciare spazio a molta noia e tanta confusione. La crisi interiore e la conseguente ricerca spirituale della protagonista rimangono un mistero per lo spettatore. Non si capisce bene la genesi (una sera, mentre è a letto, scopre che tutto ciò che ha costruito non vale nulla ed inizia a piangere pregando), i rapporti umani crescono dal nulla e la trasformazione finale è indecifrabile.

Un pasticcio clamoroso, dove si capiscono solo poche cose. Roma è piena di persone che urlano, gesticolano, guardano partite di calcio e mangiano senza ingrassare; in India c'è tanta povertà e confusione, ma si trovano luoghi silenziosi dove poter meditare senza sosta; e, poi, dulcis in fundo, c'è Bali dove, dopo aver gozzovigliato ed oziato, la scrittrice si dedica ad un pò di sano turismo sessuale. Insomma, il massimo della vita per chi può permettersi di non lavorare per un intero anno.

I luoghi comuni abbondano in "Mangia, prega, ama" che parla di spiritualità con una superficialità ed un materialismo da far venire i brividi. Se poi all'inconsistenza della sceneggiatura aggiungiamo la durata infinita (2 ore e mezza per non dire nulla) la catastrofe è completa. Persino i fans più scatenati della Roberts avranno la nausea appena compariranno i titoli di coda.

Il titolo più azzeccato sarebbe: "Mangia, prega, ama...e dormi"!



lunedì 12 luglio 2010

Toy Story 3


Regia: Lee Unkrich
Voci italiane: Fabrizio Frizzi, Massimo Dapporto, Ilaria Stagni, Fabio De Luigi, Claudia Gerini, Riccardo Garrone, Gerry Scotti, Giorgio Faletti
Genere: Animazione
Durata: 103 minuti
Voto: * * * * *


In Toy Story 3 – La grande fuga ritornano al cinema Woody, Buzz e tutta la banda. E Mentre Andy si prepara alla partenza per il college, i suoi fedeli amici giocattoli si ritroveranno in un asilo, dove giocare con dei bambini indomabili, con piccole dita appicicose non è molto piacevole. Ecco che spinti dal motto tutti per uno-uno per tutti, insieme pianificano la grande fuga. All'avventura si uniranno molti nuovi personaggi, alcuni di plastica, altri di peluche, tra cui lo scapolo amico di Barbie, Ken, l'istrice con i caratteristici pantaloncini lederhosen di nome Prickles e Lotso Grandi Abbracci,
l'orsacchiotto rosa che profuma di fragola.
Qual'è il ruolo di un giocattolo? Far divertire i bambini o rimanere fedele fino in fondo al suo legittimo proprietario? Difficile dare una risposta per i nostri eroi, abituati a stare sempre aal centro dell'attenzione ed ora, loro malgrado, destinati a finire nel dimenticatoio di una polverosa soffitta. I protagonisti di mille giochi costretti a passare il resto dei loro giorni nel buio dell'oblio, a causa di un padrone forse ingrato, ma sicuramente troppo cresciuto per rimanere ancora un pò nel mondo dei pargoli. Allora per Woody e Buzz è davvero arrivato il momento di prendere la prima scatola destinata ad un asilo per l'infanzia, dove troveranno una miriade di fanciulletti pronti ad usarli ed usurarli. Il paese dei balocchi nel quale credono di essere sbarcati si rivelerà presto molto simile ad una casa dell'orrore, popolata da creaturine orribili mascherati da bambini e da molti finti amici. A guardar bene, però, è il destino che loro stessi si son cercati, rapiti da un'egocentrismo che gli ha bemdato gli occhi e li ha resi burattini nelle mani di uno spietato Mangiafuoco. Capiranno solo, allora, come il loro ruolo sia quello di non far mai finire il gioco, che è bello anche se dura poco, ma è stupendo quando ricomincia.
Arrivati al terzo capitolo (quello conclusivo) della saga, gli sceneggiatori di Toy Story 3, Michael Arndt (Little Miss Sunshhine), John Lasseter (Cars) ed Andrew Stanton (Alla ricerca di Nemo) insieme al regista Lee Unkrich confezionano un prodotto tutt'altro che stanco, al contrario frizzante e ricco di contenuti. Era facile cadere nella trappola di una pellicola celebrativa dei successi degli altri due episodi, ed invece la Pixar dimostra di non aver dato fondo alla sua inesauribile fonte d'idee. Tanti anche i generi che si alternano nel corso del film, partendo dalla commedia, per passare all'azione con fugace passaggio nell'horror senza dimenticare un pizzico di romanticismo che non guasta mai. Toy Story 3 è il blockbuster perfetto, quello che in questi lunghi anni di cinematografia moderna molti registi ci avevano promesso, ma nessuno era mai riuscito a realizzare. Lo studio d'animazione americano tocca il proprio apice proprio col suo lungometraggio manifesto, quello che più di dieci anni fa gli aveva permesso di entrare nella famiglia dello zio Walt (Disney). Quanta acqua è passata sotto i ponti da allora, ma la Pixar, successo dopo successo, non si è mai adagiata sugli allori superando sempre se stessa e andando oltre l'immaginazione...e ancora oltre. Capolavoro.

venerdì 9 ottobre 2009

Tanti auguri a: Benicio Del Toro!

Storia del cinema/82

Ritornano i Ghostbusters!


Ragazzi che notizia: nelle ultime ore è cominciata a circolare l'indiscrezione secondo cui Ivan Reitman potrebbe incaricarsi della produzione di Ghostbusters III.
Ancora indeciso se accomodarsi dietro la macchina da presa per occuparsi anche della regia, ci accontentiamo per il momento di sapere che il terzo capitolo sulle avventure degli acchiappa fantasmi si farà. Gli esperti di ectoplasmi e stramberie varie, riapriranno la loro attività dopo anni di chiusura, almeno stando alle indiscrezioni sulla sceneggiatura appena consegnata da Gene Stupnitsky e Lee Eisenberg.
Troppo vecchia, ormai, per stare in prima linea, la generazione del dottor Peter Venkman e co. si occuperà di addestrare una squadra nuova di zecca. Confermato, quindi, tutto il cast dell'originale: Harold Ramis, Bill Murray, Dan Aykroyd (che collaborerà alla sceneggiatura), Ernie Hudson, Rick Moranis e Sigourney Weaver.
Signore e signori, che spettacolo!