mercoledì 30 settembre 2009

Tanti auguri a: Monica Bellucci!

Storia del cinema/75

Uma Thurman in abiti da Ceremony


A questo punto devo proprio pensare che sia vero: ad Uma Thurman piacciono i ragazzi più giovani di lei! Vi ricordate Prime, pellicola nella quale la statuaria attrice interpretava una donna innamorata del figlio della sua psicologa? Bene, presto tornerà a perdere la testa per uno sbarbatello in Ceremony, film diretto da Max Winkler. A fianco a lei ci sarà Michael Angarano, l'Elliot di Will & Grace. Tutto, dunque, sembra essere pronto per il primo ciak di questa nuova commedia romantica, che verrà battuto il prossimo 21 di ottobre a Long Island.
La bellissima Uma è in un periodo molto impegnato della sua carriera, infatti ha appena finito di girare Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo: Il ladro di fulmini, commedia di Chris Columbus in cui veste i panni di una moderna Medea. Ma le novità che la riguardano non finiscono certo qui: la vedremo presto nel dramma Girl SOldier e nel fiabesco Eloise in Paris, tratto dal classico anni '50 di Kay Thompson.
Prepariamoci, dunque, a vederla spesso nei nostri cinema. Ci aspetta un'ottima compagnia.


martedì 29 settembre 2009

Tanti auguri a: Anita Ekberg!

Storia del cinema/74

La Mgm è in crisi: addio a Lo Hobbit e 007?


Vi prego, ditemi che non è vero! La Mgm, lo studio che ha incantiere la saga de Lo Hobbit e quella del nuovo 007, è in crisi e rischia la bancarotta. Gioco forza, se dovesse fallire andrebbero a farsi benedire anche tutti questi importanti progetti. Quindi, prepariamoci a dire addio al prequel de Il signore degli anelli e all'affascinante James Bond, perchè non ci sono i soldi, e i creditori non vogliono, giustamente, perderci un soldo.
Peggiore notizia in mattinata non poteva di certo arrivare. Veder svanire davanti agli occhi quello che sarebbe potuto essere uno dei migliori kolossal degli ultimi anni (sto parlando, naturalmente, del film di Del Toro) e ipotizzare la fine di una serie storica come quella sull'agente segreto di Sua Maestà, non sono cose facili da digerire.
Comunque, questa è la situazione e c'è poco da stare allegri. Ci rimane una speranza. A breve, verrà convocata un'assemblea degli azionisti, nella quale il 51% dei soci dovrà votare il sostegno economico alla compagnia. In questo periodo di crisi è cosa difficile da chiedere, ma un piccolo barlume rimane comunque acceso.
La Mgm dve colmare un buco di 20 miliardi di dollari. Magari una colletta...


lunedì 28 settembre 2009

Tanti auguri a: Naomi Watts

Storia del cinema/73

Sherlock Holmes avrà un sequel


Non si può certo dire che alla Warner non facciano mai il passo più lungo della gamba. Va bene la convinzione di aver lavorato ma bene, la presunzione di sapere in anticipo il successo di un prodotto suona alquanto eccessiva. Sto parlando di Sherlock Holmes, ultima creazione della celeberrima casa di produzione, in uscita il prossimo 25 dicembre.
Beh, il film deve ancora arrivare nelle sale, ma voci di corridoio annunciano già un sequel. Neanche il tempo di far dire allo spettatore se gli piaccia o meno Robert Downey Jr. nei panni del famoso detective, che subito si pensa a scriverne il seguito. Sembra, infatti, tutto pronto e gli sceneggiatori Kieran e Michele Mulroney sono chini sulle loro scrivanie per scrivere un nuovo script. Ma non ci si limita a questo, per il prossimo cast è stato prontamente contattato Brad Pitt, chiamato ad interpretare Moriarty, nemico giurato di Holmes.
Ora, non credo, almeno a giudicare da ciò che so, si possa considerare Sherlock Holmes un successo assicurato. Partiamo dal fatto che il personaggio di Sir Arthur Conan Doyle è stato palesemente modificato, trasformandolo da compassato a scavezzacollo. Un bel cambiamento, direi. Inoltre, il regista Guy Ritchie è famoso più per i flop che per i successi (ultimo in ordine cronologico Rock'n'rolla). Speriamo che alla Warner abbiano fatto bene i loro calcoli...


Basta che funzioni


Regia: Woody Allen
Cast: Ed Begley jr, Patricia Clarkson, Larry David, Evan Rachel Wood
Genere: Commedia
Durata: 92 minuti
Voto: * * *

Un irrascibile, anziano misantropo e una giovane , timida e suggestionabile ragazza del sud fuggita da casa, si sposano e convivono in una bettola. Quando i cattolicissimi genitori di lei verrano in suo soccorso, si troveranno a confronto con realtà e sentimenti a loro completamente sconosciuti fino a quel momento.
Woody Allen torna a meno di un anno da "Vicky, Cristina Barcelona", e lo fa con un film alla sua maniera come non ne vedevamo da tempo. Rieccolo, quindi, con i suoi dialoghi logorroici, a volte non sense, assolutamente anti-religiosi. Non compare di persona sullo schermo, ma Larry David si dimostra un perfetto alter-ego. Bravo quest'attore, finora praticamente sconosciuto, a mettersi nei panni del tipico personaggio nevrotico, ipocondriaco e saccente, sempre presente nelle pellicole del fecondo autore americano.
David non è però l'unico a brillare in quest'ennesimo capitolo dell'Allen pensiero. Al suo fianco, infatti, troviamo una bravissima Evan Rachel Wood elegante come una novella Nicole Kidman, e frivola allo stesso tempo come i migliori personaggi della grande Marilyn Monroe. Da non perdere tutti i suoi dialoghi con il burbero Boris.
Film, insomma, contenitore di tutti i pregi e i difetti del cinema del grande Woody: dialoghi taglienti, ma che alla lunga possono risultare noiosi, interpretati, però, sempre da attori al meglio delle loro condizioni. Se siete pronti ad accettare tutto questo, fiondatevi immediatamente al cinema. Se, al contrario, non avete mai sopportato questo comico occhialuto e saputone, dopo "Basta che funzioni" non cambierete di certo idea.


Il grande sogno


Regia: Michele Placido
Cast: Riccardo Scamarcio, Jasmine Trinca, Luca Argentero
Genere: Drammatico
Durata: 101 minuti
Voto: * *

Le vicende di un giovane poliziotto, un'universitaria di matrice cattolica e il leader del movimento studentesco si intrecciano sullo sfondo dei fatti del 1968. Amore e lotta politica si incrociano e scontrano, per narrare le vite di tre ragazzi comuni a confronto con storie e problemi più grandi di loro.
Non c'è proprio niente da fare. I film italiani cosiddetti 'impegnati' dell'ultimo decennio hanno tutti lo stesso soggetto: il '68. Semplicemente sfiorato oppure trattato per intero, questo periodo della nostra storia recente è entrato in tutte le pellicole dei grandi registi contemporanei. Da Come te nessuno mai di Muccino ne è passata di acqua sotto i ponti ma, a giudicare da questo Il grande sogno, le cose non sono cambiate granchè.
Un'altra volta ragazzi in rivolta contro scuola (università) e polizia; sempre storie d'amori tormentati in primo piano; sempre liti con i genitori. Ora sarebbe davvero il caso di smetterla. Per carità, da un punto di vista estetico e recitativo è tutto ben fatto, ma credo che gli spettatori abbiano voglia di vedere un prodotto davvero nuovo, e qui di carne fresca ce ne è davvero poca.
Da Michele Placido, regista capce di portare il gangster movie in Italia (Romanzo criminale), era lecito, quasi doveroso, aspettarsi di più. Invece, niente si aggiunge a quanto già ci avevano detto suoi illustri 'colleghi' come Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù) e Daniele Luchetti (Mio fratello è figlio unico). Un film inutile, dunque, tranquillamente trascurabile, anche se molto bene interpretato. Jasmine Trinca è la più brava, ma è difficile che una come lei (ammettiamolo, non è tutta questa gran bellezza), sia contesa da due bellissimi quali Scamarcio e Argentero. Bravo, e questa è una novità, il tenebroso Riccardo, finalmente impiegato in un ruolo adatto a lui. L'altro adone, Luca, al contrario risulta messo ai margini. Inspiegabile, infine, la presenza di Laura Morante, visto che il suo personaggio è completamente superfluo e al di fuori di qualsiasi logica narrativa.
Lasciate stare tutte le polemiche che hanno accompagnato Il grande sogno al Festival di Venezia. Il film di Placido è assolutamente innocuo.


G.I. Joe - La nascita dei cobra


Regia: Stephen Sommers
Cast: Sienna Miller, Channing Tatum
Genere: Azione
Durata: 107 minuti
Voto: * * 1/2

La M.A.R.S. rinomata industria di armi militari, fabbrica una pericolosa sostanza liquida capace di divorare il metallo di cui i COBRA, capeggiati dal temibile Destro, vogliono impossessarsi per mettere in atto il loro piano di conquista del mondo. Ma i JOE, squadra composta dai più validi combattenti di tutte le nazionalità, tenteranno di fermarli.
Ispirato alla collezione di action figures lanciate sul mercato dalla Hasbro nella metà degli anni sessanta (e più nota qui in Italia con il nome della variante inglese, Action Man), ma ancora in voga e più popolare negli anni ottanta quando oltre a una serie animata vennero pubblicati dalla Marvel anche dei fumetti con protagonisti i suoi personaggi, "G.I. Joe" possiede gli svantaggi della maggior parte dei film del genere, ovvero una trama compiaciutamente intricata ma tutto sommato poco intrigante con colpi di scena incastonati nell'ultima mezz'ora che non hanno però la forza necessaria per sbigottire e fluiscono senza attrazione davanti l'occhio dello spettatore. Vanta comunque di un'unica, lunga sequenza memorabile, l'inseguimento per le trafficate vie di Parigi (scena in realtà girata a Praga) e di un sagace utilizzo dei flashback (i più interessanti quelli che riguardano i due ninja Storm Shadow e Snake Eyes), avviati ed esauriti velocemente con suggestive trovate estetico-visive. Altri punti deboli sono la sottotrama romantica e lo spreco di idee più per l'invenzione di gadget sorprendenti che per suggestivi incastri narrativi. E poi c'è la mano di Sommers, uno di quei registi che hanno rinunciato, nel campo del cinema d' azione, a uno stile veramente personale sacrificandolo all'utilizzo smisurato, gigantistico e spropositato degli effetti speciali (si prenda come esempio il collega Micheal Bay). Ma come è successo ai robots di "Transformers", anche i personaggi di G.I. Joe sono catapultati in un mondo virtuale ma sempre verosimile (con tanto di pseudo-patriottismo e militirarismo statunitense) che simula quello ricco di meraviglia che via via si compone, o meglio, componeva nella mente dei bambini che si dilettavano coi pupazzetti, anzichè descriverlo cinematograficamente con un' ironia che gli sarebbe stata molto più congeniale. Tuttavia c'è da dire che "G.I. Joe", girato in sole 12 settimane rispetto alle 24-30 solitamente impiegate per film del genere, grazie ad alcune riuscite, anche se poche, trovate formali e ad una sceneggiatura decorosamente scritta (tre gli autori tra cui lo Stuart Beattie di "Collateral" ) è un decente film d'intrattenimento ma debole come capitolo di lancio per un sequel (che il finale aperto suggerisce) o peggio ancora per una serie.

Riccardo Balzano


Ricatti d'amore


Regia: Anne Fletcher
Cast: Sandra Bullock, Ryan Reynolds, Betty White, Craig T. Nelson, Malin Akerman
Genere: Commedia
Durata: 107 minuti
Voto: * * *

Margaret, capo-redattore di un'importante casa editrice, è costretta a rimpatriare a causa di alcuni problemi col visto. Ma pur di evitare di perdere lavoro e decisa ad acquisire definitivamente la cittadinanza statunitense, ricatta il suo giovane assistente affinchè la porti all'altare. Ma, prima del matrimonio, lui la presenta alla famiglia, e tutto cambia.
Anne Fletcher, coreografa prima che regista (non è un caso che il suo film d'esordio sia "Step Up", a metà tra love e dance movie), ha il senso del ritmo, non solo musicale. La sua è una regia certo con pochi guizzi d'inventiva nell'elaborazione formale del racconto, ma impeccabile nell'esecuzione narrativa. "Ricatto d'amore" si distingue infatti per la gradevolezza, per l'equilibrio di toni comici e drammatici, per il rifiuto di propinare allo spettatore le solite siluette stereotipate (come quella della ex-fidanzata gelosa, invadente e guastafeste a cui il genere ci ha abituato e "rinnovata" invece qui da un' affabile e gentile Malin Akerman) per l'attento e vivace ritratto dei personaggi (primari e secondari, tra cui spicca quello della nonna arzilla), di raro spessore per un film rosa. Già in "27 volte in bianco" la Fletcher aveva prestato poco interesse all'enfatizzazione del fulcro sentimentale della storia, e lo conferma qui, dimostrandosi, anche se ancora abbastanza impacciata dietro la macchina da presa, migliore di tanti altri colleghi con maggior titoli alle spalle, più attenti magari al tormento emozionale di pubblico e personaggi. Tolte le tinte pastello, gli abiti da cerimonia (ne resta uno, quello desueto da sposa che si ritrova ad indossare Margaret ) e i confetti colorati e demoliti perfino i grattacieli newyorkesi a favore dei glaciali e desolati paesaggi dell'Alaska, "Ricatto d'amore", come il film precedente, parla di un matrimonio, stavolta non più idealizzato e sospirato, ma al contrario ridicolizzato e ridotto a mera farsa per ignobili fini dai due protagonisti, i quali personificano, ancora una volta ma in modo astuto, il "dibattito" tra cinismo e sentimento con un eclatante scambio di ruoli. La Fletcher attinge quindi parecchio dalla sua opera seconda, ma rielabora e impasticcia, sempre con garbo, il "prototipo" (aiutata dalla sceneggiatura di Pete Chiarelli, "Eagle Eye" ), ripescando contenuti (famiglia, matrimonio e amore) e caratteri. La coppia di protagonisti trova un'adeguata sintesi con la simpatica performance della Bullock e la bella presenza di Reynolds (migliorato come attore), diretti con intelligenza dalla regista che ha saputo ben valorizzare (o meglio sfruttare) le capacità mimiche dell'una e il sex appeal dell'altro.

Riccardo Balzano


domenica 27 settembre 2009

Segnali dal futuro


Regia: Alex Proyas
Cast: Nicolas Cage, Rose Byrne, Chandler Canterbury
Genere: Thriller
Durata: 121 minuti
Voto: * 1/2

La tranquilla esistenza di un professore di astrofisica, John Koestler, viene scossa da una clamorosa scoperta: su un foglio, in possesso del suo figlioletto, sono scritte delle cifre, corrispondenti alle date delle più grandi catastrofi della storia. Il foglio era stato compilato da una misteriosa bambina cinquant'anni prima. Non tutti gli eventi disastrosi indicati, però, si sono compiuti: ne mancano ancora due!
Qualcuno fermi Nicolas Cage, per il suo bene. Quando non lavora per la Disney, l'attore sembra perso e non ne indovina una. Ultimo riscontro che ho avuto in questo senso è Segnali dal futuro, film apprezzabile se non fosse per un finale a dir poco ridicolo. Davvero questa pellicola non mi era dispiaciuta per la prima ora e quaranta, grazie ad un buon ritmo e uno script davvero coinvolgente. Alex Proyas sembrava essere tornato ai livelli de Il Corvo o Io Robot ed aver dimenticato definitivamente la brutta figura rimediata con Garage Days. Preciso che, nei primi due casi, non stiamo parlando certamente di capolavori, ma di prodotti gradevoli per passare una serata adrenalinica.
Anche Segnali dal futuro sembrava iscriversi di diritto a questa categoria di film, eppure, proprio sul più bello, tutto è andato storto. Sembra quasi come se la fretta di chiudere la vicenda abbia mal suggerito gli sceneggiatori, che hanno autenticamente buttato all'aria quanto di buono fatto finora. Il povero Nicolas Cage si ritrova quindi, ahimè, nuovamente coinvolto in un film scarso sulla falsa riga di Ghost Rider. Peccato, perchè e bravo ed in grado di fare film decisamente migliori (vedi Il mandolino del capitano Corelli) ma continua, spinto dal dio denaro, ad invischiarsi in questi blockbusters di serie b.


Drag me to hell


Regia: Sam Raimi
Cast: Alison Lohman, Justin Long, Lorna Raver, David Paymer, Dileep Rao
Genere: Horror
Durata: 99 minuti
Voto: * * * 1/2

Christine è un’impiegata in banca, in attesa di essere promossa a vicedirettrice. Un giorno giunge alla sua scrivania la brutta e vecchia signora Ganush, che chiede per la terza volta la proroga del prestito per il mutuo della casa, che la giovane però non le concede. L’anziana donna, in realtà una strega in contatto con un demone, le lancia allora il malocchio. Christine quindi per sopravvivere è costretta a cercare l’aiuto prima di un veggente e poi di una medium.
Erano più di dieci anni che Raimi mancava dal cinema horror e torna in gran forma con questo “Drag me to hell” (trad. “Trascinami all’inferno”), “trascinato” dalla nostalgia e ricco di idee geniali (almeno tre sono le scene d’antologia). Nonostante il buon lavoro di sceneggiatura, scritta con il fratello maggiore Ivan, Sam sa di non poter giocare la carta dell’originalità (ancora esorcismi, malefici, case infestate e chi più ne ha più ne metta), azzarda quindi con l’ironia. E ci azzecca. Ne esce così un film orridamente spassoso e simpaticamente pauroso, dove la narrazione è incitata da spasmici movimenti di macchina, tutti a favore di ingegnose e terrificanti soluzioni visive. Ma sotto una tecnica pompata con artificiosa malizia figurativa, anche la storia, che si concede, come già detto, a non pochi luoghi comuni, gode di un intreccio assai elaborato, con sorprendenti e scaltri ingranaggi narrativi. Non tanto la fotografia ( Peter Deming) coi suoi bruschi passaggi cromatici, dal patinato quasi pubblicitario a tonalità decisamente più cupe, quanto gli assordanti e ben gestiti effetti sonori contribuiscono alla riuscita delle sequenze più inquietanti, allucinate e orripilanti. Ma è in queste che si rende visibile ciò che invece funziona meno in tutto il film: gli effetti speciali, spesso realizzati in modo piuttosto rozzo e superficiale. “Drag me to hell” rivaluta però un aspetto che il genere negli ultimi anni sta preoccupantemente tralasciando, ovvero la performance recitativa. Infatti oltre a quella di Lorna Raver (attrice che si è prestata più a ruoli in serie televisive e come lettrice di “audio book” ), resa indubbiamente e indimenticabilmente orribile dall’ottimo trucco, troviamo la convincente prova della bionda californiana Alison Lohman ( “Big Fish”, “La leggenda di Beowulf” ) che sta al gioco e non teme “ridicolizzazioni”: è così che la sua Christine si lascia alle spalle un passato che la vedeva cicciona contadinella amante dei maiali, oppure è a un passo dal “politically incorrect” quando deve tentare la sopravvivenza. Ovviamente come sberleffo di quelle tante graziose, fragili e immancabilmente buone protagoniste, conosciute dal genere e presto dimenticate dallo spettatore. “Drag me to hell” brilla quindi come una preziosità ( e rarità) nel panorama del cinema d’orrore contemporaneo, riuscendo in ciò in cui spesso non riescono i film del genere. Trascinare appunto.

Riccardo Balzano


The Informant!


Regia: Steven Soderbergh
Cast: Matt Damon, Scott Bakula, Melanie Lynskey
Genere: Commedia
Durata: 108 minuti
Voto: * * 1/2

Mark Withacre è un biochimico tutto d'un pezzo assunto da una multinazionale dell'industria agro-alimentare. Il giovane scoprirà l'esistenza di un accordo occulto tra le varie aziende per decidere i prezzi dei prodotti a tavolino. Volendo diventare un eroe nazionale, decide di collaborare con l'Fbi ma, una volta venuta a galla la verità, tutta la situazione gli si rivolta contro.
Rieccolo, Steven Soderberg. A pochissimi mesi dall'uscita del doppio biopic sulla vita del "Che", il regista torna con una nuova pellicola di denuncia. Tratto da una storia vera, così come Erin Brockovich, "The Informant" ripropone costantemente gli stessi difetti di questo autore. Non riesce a raccontare storie semplici ed in maniera convenzionale, e se questo potrebbe sembrare quasi un pregio, nel suo caso rimane una grossa falla. Difficilissimo per lo spettatore entrare nella storia ed appassionarsi alla vicenda, tutto è complicato ed a tratti sconnesso come nei vari Ocean's. Matt Damon tiene decentemente la scena (ma ne deve fare di strada), eppure non è questo il punto. Il problema è la scenggiatura (Scott z. Burns) davvero poco convincente, a tratti molto noiosa. Si sbadiglia a più non posso, colpa di uno stile registico che non permette mai di immedesimarsi nel protagonista, tanto apprezzato ad Hollywood, forse perchè sopravvalutato. Soderberg dovrebbe rivedere un pò tutto, ha sbagliato troppi film ultimamente. Dai tempi di Traffic non riesce più a fare progetti validi, pur avendo soggetti molto interessanti. Questo rimane a The Informant: un'idea di partenza notevole, sviluppato come peggio non si poteva. Mezza stella in più per lo sforzo del protagonista. Almeno lui ci ha provato a far qualcosa di buono.


Il mio vicino Tòtoro


Regia: Hayao Miyazaki
Voci: Letizia Ciampa, Lilian Caputo, Oreste Baldini, Liù Bosisio
Genere: Animazione
Durata: 86 minuti
Voto: * * * *

Le sorelline Satsuke e Mei (11 anni la prima, 4 la seconda) si trasferiscono insieme al padre in una nuova casa, in campagna, in attesa che la madre venga dimessa dal vicino ospedale.Per le due bambine inizia un viaggo alla scoperta di un nuovo mondo, abitato da creature fantastiche: dai nerini del buio, spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate, visibili solo agli occhi dei bambini, a buffi esseri di pelo di varie dimensioni, tra cui Totoro, una creatura grigia e morbida dall’aspetto un po’ pittoresco, una sorta di incrocio tra un orso e un grosso gatto.
Totoro è uno spirito buono della foresta, colui che porta il vento, la pioggia, la crescita. Vederlo è un privilegio! Insieme a lui, Satsuke e la piccola Mei vivranno avventure straordinarie.
Miyazaki rispolvera un suo vecchio lungometraggio animato, e fa di nuovo centro. Il mio vicino Tòtoro è la solita festa per gli occhi, pieno di colori e di gioia di vivere. Stupisce sempre la capacità del maestro giapponese di crerare autentici capolavori visivi, senza fare uso di tecniche all'avanguardia. Questo cartone ci riporta indietro nel tempo, quando essere bamibni significava essere curiosi ed entusiasti per ogni minima cosa. Il piacere della scoperta, la gioia trasmessa da Satsuki e Mei (le bambine protagoniste) sono di vecchio stampo, ci ricordano quasi il personaggio di Heidi (altra creazione di Miyazaki), ma anche un pò tutti i bambini delle opere di questo grande autore.
Non poteva mancare, poi, il consueto messaggio ecologista. In questa pellicola la natura è vista come una seconda madre, sempre vicina agli uomini che la rispettano. Ecco, allora, che Tòtoro non rappresenta altro che l'anima di tutto il creato, pronta a pronteggere le sorelline durante l'assenza della madre malata. Con il sorriso sulla bocca, questo fantasma gigante scaccia via tutte le loro paure. Perchè, come ho già detto, la natura protegge sempre chi vive secondo le sue leggi. E cosa c'è, in fondo, di più naturale del comportamento di un bambino? Semplicemente meraviglioso.


sabato 26 settembre 2009

Tanti auguri: Jim Caviezel!

Storia del cinema/72

Che poker d'attori per The Other Guys!


Signore e signori, preparatevi a lustrarvi gli occhi perchè ad Hollywood stanno preparando una commedia con i fiocchi. Per fare le cose in grande, poi, hanno chiamato un cast di tutto rispetto: si va da Mark Wahlberg (E venne il giorno, Shooter), passando per Dwayne 'The Rock' Johnson (Casino Totale) per chiudere in bellezza con Will Ferrell (Elf, Vita da strega) ed il grande Samuel L. Jackson.
La storia è di quelle già trite e ritrite, ma pur sempre da acquolina in bocca. Wahlberg e Ferrell sono due piedipiatti stile Scuola di polizia. Jackson e Johnson sono, invece, l'esatto contrario, ovvero il classico prototipo di agente americano impavido e muscoloso. Quando alla coppia di sfigati capiterà la grande occasione per il riscatto, sarà tutto un susseguirsi di pasticci e risate.
La pellicola in questione si chiamerà The Other Guys e il via alle riprese è fissato nei prossimi giorni. Ormai da tempo il cinema d'oltreoceano punta sempre di iù su queste commediole senza pretese sospese tra l'azione e la commedia. Samuel Jackson è stato bravo a cogliere da subito questa nuova tendenza, trasformando il suo personaggio da duro 'sul serio', a duro 'per gioco'. Così sono nati prodotti a basso costo ma dal successo assicurato come The Man - La Talpa, o il più recente Soul Men. Non c'è due senza tre?


venerdì 25 settembre 2009

Tanti auguri a: Elio Germano!

Storia del cinema/71

Cronenberg rifà La Mosca


A volte gli originali sono così belli che solo chi li ha fatti può prendersi il lusso di realizzarne un remake. Questo deve aver pensato David Cronenberg, prima di decidere di realizzare una nuova versione del suo capolavoro, La mosca, risalente al 1986. Del resto quest'opera cult era già stata oggetto di un sequel, da cui però il regista si era subito staccato e, successivamente, una versione teatrale curata, questa sì, dal geniale autore andata in scena a Parigi e Los Angeles.
Dunque il film cult in cui uno scienziato diventa una mosca a seguito di un esperimento di teletrasporto andato a finire male godrà di nuova linfa, e l'unico dubbio è se ne abbia davvero bisogno. In fondo, Jeff Goldblum ha interpretato così bene il suo ruolo da rendere difficilissimo immaginare un attore in grado di sostituirlo.
Comunque, al momento, la notizia è che il remake de La mosca si farà, e Cronenberg si è già messo all'opera per scrivere la nuova sceneggiatore. Il regista si prenderà tutto il tempo di cui ha bisogno, visto che prima di cominciare questo progetto deve ultimare i lavori per il thriller The Matarese Circle.
Pensaci bene, David. Pensaci bene.


giovedì 24 settembre 2009

Tanti auguri a: Pedro Almodòvar!

Storia del cinema/70

David Fincher e Justin Timberlake hanno stretto amicizia su Facebook


Il mondo della musica ha, da sempre, sfornato personaggi sfociati poi, nel corso della loro carriera, nel meraviglioso mare del cinema. Da Elvis Presley ad Adriano Celentano, il passo dal palco al set è stato molto facile. Ai nostri tempi la cosa è quasi ovvia: chi fa la star nei videoclip, può benissimo farla anche nei film. In fondo, è come passare da un corto ad un lungometraggio. In teoria tutto giusto, in pratica neanche un pò. Nascono, così, personaggi minori (Hilary Duff, Jonas Brothers, Britney Spears ecc. ecc.), cui comunque viene data sempre una possibilità. In questa marmaglia si distingue, ma davvero per poco, Justin Timberlake.
Bene, l'artista di Memphis è stato chiamato da un maestro del cinema contemporaneo come David Fincher, per prendere parte al cast di The Social Network film, di cui vi avevo già parlato, incentrato sulla storia della nascita di Facebook. Le riprese del film cominceranno ad ottobre, ed il buon Justin si prepara a realizzare la pellicola che potrebbe dare una svolta alla sua finora scarsissima carriera cinematografica. The Social Network si è già prenotato una candidatura agli Oscar del 2011, e chissà che la Columbia Pictures non faccia qualche sforzo per far ottenere al cantante un qualche riconoscimento per l'interpretazione.
Chiamatemi vecchio, ditemi che non ho una mentalità aperta, ma per me il cantante è il cantante, l'attore è l'attore. Ad ognuno il proprio mestiere, il cinema merita rispetto!


mercoledì 23 settembre 2009

Tanti auguri a: Lilli Carati!

Storia del cinema/69

Johnny Depp dice addio a Pirati dei Caraibi e il nuovo Batman non si farà!


Stamattina ho letto due pessime notizie. La prima: Johnny Depp non è più tanto sicuro di voler fare il quarto capitolo di Pirati dei Caraibi. Motivo? La Disney ha sollevato dall'incarico il capo Dick Cook, uomo di fiducia dell'attore americano. Era stato, infatti, lui a convincerlo a prender parte a questo nuovo progetto, sposato immediatamente dall'attore senza neanche leggere la sceneggiatura. Ora che la casa di produzione ha fatto questo tipo di scelta, il buon Johnny sembra aver perso tutto l'entusiasmo, e la situazione rischia di precipitare. Del resto, ed è giusto sia così, l'amicizia viene prima di tutto. Cook, d'altronde, aveva sempre creduto in Depp, anche quando la Disney aveva espresso forti dubbi sulla caratterizzazione di Sparrow, per via delle sue strane movenze.
L'altra brutta notizia riguarda sempre Johnny Depp, stavolta però il film in questione è il nuovo Batman. Qui la situazione è ancora più grave, in quanto è l'intero progetto a non essere mai esistito. Quindi, non solo Depp non è stato mai coinvolto, ma non è neanche mai stata ipotizzata una terza pellicola sull'uomo pipistrello. A confermarlo è Michael Caine, il maggiordomo Alfred: "Non vi è una sceneggiatura, non vi sono attori coinvolti, non vi è neanche un progetto e prima del 2011 è impossibile che si parli di un terzo Batman visto che Nolan è impegnato con l'immane Inception. Per quanto riguarda i rumor legati alla presenza di Johnny Depp nel film, posso affermare che sono falsi. Depp è grande in tutto quello che fa, ma in questo Batman la sua presenza non è prevista. Non so ancora molto del prossimo film, ma posso assicurare senza dubbio che Johnny Depp non farà parte del cast".
Ed io che avevo sognato di vedere insieme Christian Bale, Megan Fox e Johnny Depp. Sono triste.


martedì 22 settembre 2009

Tanti auguri a: Tom Felton (Draco Malfoy)!

Storia del cinema/68

Tarantino e quegli Inglorious Basterds con omaggio a Bombolo


C'era l'atmosfera delle grandi occasioni ieri all'Hotel Hassler di Roma. Del resto, la possibilità di poter rivolgere qualche domanda al geniale regista Quentin Tarantino non capita tutti i giorni. Le sedie non bastano nella sala conferenze dell'albergo, e gli inservienti sono costretti a fare gli straordinari, dando la possibilità a tutti di assistere all'evento da seduti.
Un applauso fragoroso accoglie l'ingresso di Tarantino, Eli Roth (tra i protagonisti del film) e il produttore Lawrence Bender, storico socio di Quentin. Con "Bastardi senza gloria", l'autore americano ha fatto il suo esordio nel cinema storico, anche se gli eventi narrati sicuramente risentono dell'influenza del suo genio creativo, e la verità si mette al servizio della genialità. I personaggi sono irreali ma verosimili, così come tutta la vicenda. Non c'è certezza documentata che gli Inglorious Basterds siano realmente esistiti, ma se al secondo conflitto mondiale avessero preso parte dei personaggi come loro, probabilmente le cose sarebbero andate proprio come nella pellicola. Pensieri e parole di un Tarantino, convinto più che mai di aver realizzato il suo capolavoro, ma non quello della maturità. "Non esiste un film definibile più maturo di un altro. Tutta la mia carriera è un continuo andare avanti e tornare indietro. Così ho realizzato prima Pulp Fiction, poi il più complesso Jackie Brown e successivamente Kill Bill, quindi faccio sempre ciò che mi suggerisce la mia vena creativa".
Il cineasta d'oltreoceano sottolinea, poi, come si senta americano ma solo per nascita, mai, infatti, ha realizzato lungometraggi seguendo lo stile della sua nazione. Troppe sono le influenze del cinema europeo ed asiatico che lo hanno sempre influenzato ed accompagnato nella sua produzione, per poter essere catalogato in una qualsivoglia regione geografica. In effetti, gli va riconosciuto il fatto di essere uno dei pochi autori cinematografici odierni in grado di dare a tutte le sue opere il proprio marchio di fabbrica, ognuna caratterizzata dal suo particolarissimo stile. "Posso piacere o non piacere, di sicuro non mi si può ignorare".
Da segnalare, infine, la brillante risposta ad Eli Roth alla domanda su dove avesse imparato l'italiano per recitare una frizzantissima scena del film. "Ho frequentato un'accademia molto esclusiva, quella di Bombolo! Ho visto parecchi sue interpretazioni, e posso dirvi che 'Viva la foca' è un capolavoro indiscusso del vostro cinema". Finalmente, un doveroso ricordo ad un caratterista dimenticato troppo in fretta.
"Viva Bombolo!"








lunedì 21 settembre 2009

Tanti auguri a: Bill Murray!

Storia del cinema/67

Clint Eastwood e Matt Damon vanno nell'aldilà


E' arrivato alla veneranda età di 79 anni, ma di andare in pensione non ne ha proprio voglia. Sto parlando di Clint Eastwood che, archiviata la sua ultima prova d'attore con Gran Torino, sta ultimando la post-produzione di Invictus, pellicola dedicata a Nelson Mandela, e preparando un nuovo progetto.
Si tratta di Hereafter (Aldilà) tratto da uno script di Peter Morgan (Frost/Nixon, The Queen), le cui riprese prenderanno il via il prossimo autunno.
I diritti su questa sceneggiatura erano stati acquisiti tempo fa dalla Dreamworks, e subito avevano esotericamente attratto il maestro Clint, deciso come non mai a portare questa sua nuova iniziativa in casa Warner, non prima, però, di aver chiesto il permesso a Steven Spielberg. Ottenuto il benestare del papà di E.T,, Eastwood si è subito messo a lavoro ed ha voluto, nel ruolo di protagonista, Matt Damon.
L'amicizia creativa tra l'uomo dagli occhi di ghiaccio ed il biondissimo quanto promettente attore è nata proprio sul set di Invictus. Chissà se i due, nel prossimo fuuro, non daranno vita ad un vero e proprio sodalizio.
Questo Hereafter si presenta come un progetto Top Secret. Nulla si sa ancora sulla trama, ed è quindi difficilissimo, se non impossibile, per me azzardare una prima impressione. Per quanto riguarda, invece, la coppia Eastwood-Damon posso dire che mi stuzzica abbastanza. Ma qualora vogliate farvi una vostra impressione, vi basterà aspettare il 12 febbraio per vedere Invictus nelle nostre sale.


giovedì 17 settembre 2009

Tanti auguri a: Baz Luhrmann!

Storia del cinema/66

Gael Garcìa Bernal e Kate Hudson son pronti a farci piangere!


Preparate fazzoletti da riempire di lacrime perchè ad Hollywood stanno preparando uno di quei filmoni commoventi, che solo da quelle parti sanno fare a dovere. Protagonisti della pellicola in questione dovrebbero essere Gael Garcia Bernal e Kate Hudson, per la prima volta sul grande schermo.
La bionda attrice sarà una donna malata terminale di cancro, innamoratasi, ma guarda un pò che novità, del suo medico curante, intepretato dal promettente attore messicano. La regia di quest'opera strappalcarime è stata affidata a Nicole Kassel, autrice proveniente dalle serie tv (Cold Case, The Closer), e quindi osservata speciale proprio perchè nuova in un prodotto di tale importanza. Le riprese di Earthbound (in italiano, materialista) cominceranno a gennaio prossimo.
Gael Garcìa Bernal arriverà molto presto nelle sale in un altro film romantico, Letters to Juliet, diretto da Gary Winick (Tadpole) e con al fianco Amanda Seyfried, la figlia peperina di Meryl Streep nel musical Mamma mia!. Per quanto riguarda Kate Hudson, invece, la brava ma mal consigliata attrice (avrebbe potuto fare cose migliori in carriera) sarà tra i protagonisti del kolossal Nine, opera musicale liberamente ispirata ad 8 1/2 di Fellini. Finalmente, sembra arrivata per lei la grande occasione di una svolta. Speriamo che Earthbound non la faccia tornare ai suoi standard!


mercoledì 16 settembre 2009

Tanti auguri a: Mickey Rourke!

Storia del cinema/65

Jessica Biel sfida l'A- Team?


Avevo già parlato della possibilità, non troppo remota, che venisse realizzato un film sull'A-Team, il gruppo di reduci del Vietnam in lotta contro i soprusi ai più deboli. Se avevo anticipato che nel ruolo di Hannibal ci sarebbe stato Liam Neeson e Bradley Cooper in quelli del belloccio Sberla, ci sono nuove, succose novità sul cast.
Jessica Biel, infatti, sarebbe in trattative con la produzione per entrare a far parte del gruppo di attori del film. La Mary di Settimo Cielo vorrebbe interpretare un generale dell'esercito americano, alla perenne caccia della squadra di militari e ancora scottata da una precedente relazione con il più bello di loro.
Ridley Scott, Jules Daly e Stephen J. Cannell, impegnati nella produzione, ci stanno pensando. Per ora, dunque, non c'è nulla di certo e l'unica cosa sicura è che la pellicola uscirà l'11 giugno del 2010. Dietro la macchina da presa è pronto Joe Carnahan (Pride and Glory, Smokin' Aces), sperando riesca a far meglio di quanto realizzato finora, visto che le sue precedenti opere non sono, devo essere sincero, un granché.
Fatto sta che l'idea mi stuzzica, e neanche poco, un po' perché ero fan della serie e un po' perché questo cast mi sembra azzeccato, almeno per quel che riguarda le somiglianze. La speranza, quindi, è quella di vedere un bel prodotto.


martedì 15 settembre 2009

Tanti auguri a: Plinio Fernando!

Storia del cinema/64

Addio a Patrick Swayze...


Alla fine si è dovuto arrendere ad un male più forte di lui. Patrick Swayze si è spento all'età di 57 anni, stroncato da un tumore al pancreas che, comunque, non è riuscito a tenerlo lontano dal set. Solo poco tempo fa, infatti, aveva partecipato alla serie tv The Beast, ultima fatica dell'attore nella sua lunga e fortunata filmografia.
Una carriera cominciata da lontano la sua, nel teatro più famoso del mondo, Braodway, dove ha mosso i suoi primi passi di ballerino professionista. Poi è arrivato Francis Ford Coppola, e con lui l'esordio sul grande schermo, nel 1983, in un cult come "I ragazzi della 56esima strada". In seguito, lo aspetta il cinema impegnato di John Milius ed il suo Alba rossa (1984). Due anni dopo, Swayze comincerà a diventare il sex symbol strappa-lacrime, conosciuto in tutto il mondo, nel film che lo consacra al grande pubblico, Dirty Dancing. I balli proibiti con Jennifer Grey sono tutt'ora considerati un must, grazie anche a canzoni del calibro di (I've Had) The Time of My Life, vincitrice di un premio Oscar nel 1988. Swayze si ripeterà nel suo ruolo di bello e impossibile nel 1990 grazie a Ghost, pellicola campione d'incassi (ben 505 milioni di dollari guadagnati in tutto il mondo). Come dimenticare, infine, l'investigatore surfista Johnny Utah in Point Break - Punto di rottura?
Ultimamente, aveva partecipato alla realizzazione del cult "Donnie Darko", accanto a Jake Gyllenhaal. Ci mancherà, questo senza dubbio. Se ne va un'altra icona, un altro simbolo degli anni '80, quando l'America era ancora capace di dare l'esempio.








lunedì 14 settembre 2009

Tanti auguri a: Sam Neill!

Storia del cinema/63

Il Canto di Natale di Zemeckis e Carrey


Chi di voi non conosce Ebeneezer Scrooge, il mitico protagonista del Canto di Natale? Il racconto di Dickens ha vuto un notevole successo in fatto di trasposizioni cinematografiche, essendo stato prima un film (La più bella storia di Dickens, 1970) e poi un cartoon Disney (Canto di Natale di Topolino, 1983), e presto sarà di nuovo nelle sale per un remake realizzato tutto in motion capture. La nuova tecnica sembra essere molto apprezzata ad Hollywood, visto che anche Tim Burton l'ha utilizzata per la sua personalissima versione di Alice nel Paese delle Meraviglie, pellicola in uscita il prossimo 5 marzo.
Il cast sarà composto solo da grandi nomi, a quanto pare, viste le presenze del mattatore Jim Carrrey e del grande Gary Oldman. Il primo interpreterà ben quattro ruoli, prestando volto e corpo sia al protagonista che ai tre fantasmi natalizi, mentre il secondo si ferma a tre, calandosi nei panni di Jacob Marley, Bob Cratchit e Tiny Tim. Ma gli attori non sono certo finiti qui: spiccano, infatti, anche i nomi di Colin Firth, Robin Wright Penn e Bob Hoskins.
Dietro la macchina da presa troveremo Robert Zemeckis, che sembra aver fatto della step-motion un suo marchio di fabbrica. Il regista della trilogia di Ritorno al futuro, era partito un pò in sordina con i nuovi mezzi a sua disposizione, firmando un evitabilissimo Polar Evpress. Sono bastati, però, pochissimi anni per rifarsi, e alla grande, con La leggenda di Beowulf, tratto da un antico racconto della tradizione nordica. Ora è arrivato il momento della definitiva consacrazione, con questo film che si presenta davvero nel migliore dei modi.
Quest'anno Natale arriva con un mesetto di anticipo. Speriamo di non rimanere delusi dal regalo di Zemeckis e Carrey. Per farvi un'idea, nel frattempo, beccatevi lo spot tv!





venerdì 11 settembre 2009

Tanti auguri a: Brian De Palma!

Storia del cinema/62

Due settimane per dire addio a Michael...


L'evento si avvicina e i fans di tutto il mondo stanno scaldando gambe (il cuore già lo è) e piedi, per prepararsi a ballare: "This is It", il film sul backstage dell'ultimo e mai realizzato spettacolo di Michael Jackson sta per sbarcare nelle sale di tutto il mondo (28 ottobre). Ci sarà, però, pochissimo tempo per vederlo, per la precisione due settimane, tante quanto il tempo in cui il documentario rimarrà nelle sale.
"This is it" è stato realizzato lavorando su un centinaio di ore di girato, ed il regista, Kenny Ortega, avrebbe dovuto essere il direttore creativo di tutto lo show. Insieme al dietro le quinte, potremo vedere anche alcuni cortometraggi e versioni inedite di video celebri come, ad esempio, Thriller.
Credo questo sia il doveroso omaggio all'indiscusso re del pop, un uomo che ha cambiato la storia della musica e segnato in maniera indelebile un'intera epoca. Non si tratta di essere ammiratori o meno, è una questione di semplice obiettività: Michael si può amare od odiare, di certo non è passato indifferente. Chi di voi non ha mai sentito canzoni come la già menzionata Thriller o Black or White, Smooth Criminal o Billy Jean?
Un film che sa tanto di gioioso addio...


giovedì 10 settembre 2009

Tanti auguri a: Colin Firth!

Storia del cinema/61

CarRambo, che pizza!


Adesso si sta davvero esagerando: Sylvester Stallone si sta preparando a scrivere, dirigere ed interpretare il quinto capitolo della saga di Rambo, uno dei suoi personaggi più amati. Negli ultimi anni, l'attore americano si è messo in proprio e sta togliendo parecchia polvere a suoi vecchi film, cercando disperatamente di riportarli in auge.
Se il suo ultimo Rocky era parecchio forzato ma, tutto sommato, gradevole ai fans, il suo ultimo Rambo (il quarto) aveva palesemente dimostrato come l'attore fosse in una fase di stanca. Il pessimo esito di quella pellicola ha fatto pensare un pò a tutti che Sylvester avrebbe cominciato a buttarsi su qualcosina di un pò più originale. Invece no, eccolo lì pronto ad ammorbarci nuovamente con il suo reduce del Vietnam.
Per quanto riguarda la trama, il nostro eroe questa volta si imbatterà contro un gruppo di soldati statunitensi, scelti dal governo per fare esperimenti su di loro, e ridotti ormai ad uno stato animalesco. Rambo dovrà scovare ed uccidere questi militari killers.
Detto che anche il plot sembra essere un'immensa stupidaggine, tra l'altro anche già sentita, pare davvero non esserci scampo: all'inizio del 2011 Stallone è pronto ad accoglierci in sala con bandana rossa in testa e mitra alla mano. Speriamo solo non le spari troppo grosse!


mercoledì 9 settembre 2009

Ciao Mike!

Tanti auguri a: Adam Sandler!

Storia del cinema/60

Tom Cruise e Cameron Diaz innamorati a Wichita


Sarà che sentivano la mancanza l'uno dell'altra, sarà che in Vanilla Sky hanno funzionato così bene, fatto sta che Tom Cruise e Cameron Diaz sono tornati a lavorare insieme. I due, infatti, stanno girando Wichita (ma il titolo è ancora provvisorio), nuova pellicola di James Mangold, autore di Quando l'amore brucia l'anima, Quel treno per Yuma e Ragazze interrotte. Le riprese sono cominciate qualche giorno fa a Bosron, e per chi ha avuto la fortuna di assistere, già si parla molto di una scena spettacolare con un Boeing 727 che precipita in un campo dopo uno scontro nella cabina piloti.
Ci aspetta dunque un film action ma con molta commedia, dove vedremo Cruise nei panni di un agente segreto, innamorato di una donna (Cameron Diaz) conosciuta con un appuntamento al buio. Amore e lavoro si mescoleranno e la coppia sarà trascinata in un turbinio di passione e tanta azione.
Cruise viene dal buon Operazione Valchiria, mentre la bella Cameron si è persa in qualche commediola romantica di troppo. Speriamo che Wichita sia l'occasione giusta per rilanciare la sua carriera.


martedì 8 settembre 2009

Ricordando Peter Sellers...

Storia del cinema/59

Soderbergh si dà alle arti marziali


Venezia è, in questi giorni, la capitale mondiale del cinema grazie al prestigioso Festival che si sta svolgendo al Lido. Tra le tante star attese sul red carpet, ci sono anche Matt Damon e Steven Soderbergh, pronti a presentare The Informant, in cui il biondissimo attore pare irriconoscibile.
Ma, come spesso succede nel cinema, si vive il presente pensando al futuro, e così ecco la Relativity Media annunciare entusiasta il suo impegno nella produzione e nel finanziamento della prossima pellicola del regista, Knockout.
Poco si sa sulla trama del film (dovrebbe essere un action movie sulla falsa riga di The Bourne Identity), ma è già certo che la sceneggiatura sarà di Lem Dobbs, già collaboratore di Soderbergh ne L'inglese.
Protagonista del lungometraggio sarà una campionessa di muay thay, Gina Carano, al suo esordio sul grandeschermo.
Per quanto mi riguarda, il cineasta nato ad Atlanta è capace di realizzare film di buon livello (vedi Traffic ed Erin Brockovich), ma anche autentica spazzatura come il suo biopic su "Che" Guevara, per cui è una vera incognita.
Riuscirà a far centro questa volta, o finirà di nuovo Knockout?


lunedì 7 settembre 2009

Tanti auguri a: Evan Rachel Wood!

Storia del cinema/57

Colin Farrel cuore d'Irlanda


Nessuno è profeta in patria. Un detto che vale per molti ma, a quanto pare, non per Colin Farell, il quale è apprezzatissimo dai suoi compatrioti. Prova ne sia la voce secondo cui la Parallel Pictures lo stia per ingaggiare per due importanti progetti, nei quali saranno impegnati anche altri suoi illustri connazionali.
Il primo sarà il film che segnerà l'esordio alla regia dell'attore Brendan Gleeson dal titolo Una pinta d'inchiostro Irlandese, e Farrel sarà un giovane autore teatrale, alle prese con una rivoluzione dei personaggi del suo testo. Accanto a lui troveremo nel cast anche Gabriel Byrne e Cillian Murphy. Nel secondo invece, il bell'irlandese vestirà i panni di un cantante con una carriera importante alle spalle, che vedrà sconvolta la sua vita a seguito dell'incontro con un misterioso sconosciuto. A sentire la trama non sembra niente d'eccezionale, ma a firmare la scenegguatura ci saranno, udite udite, il grande Liam Neeson e Bono degli U2. Magnificent!