martedì 30 giugno 2009

Tanti auguri a: Silvio Orlando

Storia del cinema/15

Occhi puntati su Avatar


Per realizzare Avatar, James Cameron ha sudato 13 camicie (tante quante gli anni che ci ha messo). Le classiche sette non bastano, credo, a descrivere al meglio lo sforzo compiuto per realizzare questo grandissimo progetto. Cameron si è dedicato a questo film in modo esclusivo, in quanto è fermo dai tempi del Titanic, da quando, in poche parole, si è intestardito su quest'idea, tanto da aspettare un sacco di tempo per vedere l'avvento del 3-D e del motion capture, tecniche fondamentali per girare Avatar, a suo dire. Giusto per farvi rendere conto, mettere su questa autentica impresa è costato oltre 200 milioni di dollari, nonchè l'impiego di una troupe di mille persone.
L'avventura su questo nuovo, misterioso pianeta inizierà il 18 dicembre, data che segna l'arrivo di Avatar nelle sale italiane. Nonostante, dunque, manchino meno di sei mesi all' 'aperura delle danze', sono ancora pochissime le immagini di questo grandioso e, a questo punto, segretissimo spettacolone firmato dall'inventore di Terminator. Tanta è la dedizione con cui è stato realizzato, che Cameron, per l'occasione, si è fatto costruire delle speciali telecamere, in grado di permettergli di dar risalto ad espressioni e movimento degli attori come mai era stato fatto prima.
Per quanto riguarda il cast, la produzione ha deciso di affidarsi a giovani interpreti, comunque già esperti in kolossal fantascientifici, più qualche elemento maggiormente esperto. Sam Worthington, ragazzotto pieno di muscoli e di belle speranze, visto recentemente nell'ultimo capitolo di Terminator (ma com'è piccolo il mondo), sarà Jake Sully, ex marine rimasto paralizzato, che decide di partecipare ad un curioso esperimento: creare un suo avatar, controllato da lui mentalmente, per poi mandarlo sul pianeta Pandora, dove avrà il compito di interagire con gli alieni del luogo e sottometterli. Qui entra in scena Zoe Saldana, l'affascinante tenente Uhura dell'ultimo Star Trek, che interpreta un' extraterrestre che farà perdere la testa al giovane soldato, facendogli nascere un atroce dubbio: è meglio seguire il cuore e schierarsi con gli abitanti di Pandora o è il caso di far prevalere il senso del dovere e continuare la colonizzazione? Curiosa anche la presenza di Sigourney Weaver, attrice che Cameron conosce ed apprezza dai tempi di Alien, nei panni dell'inventrice dell'alter-ego alieno del protagonista.
Vista la penuria di immagini e di materiale concreto, è difficile farsi una prima, per quanto superficiale, idea su questa attesissima pellicola. Credo, però, che per James Cameron parlino i successi ottenuti presso pubblico e critica dalle sue precedenti opere. Pensate che il creatore di Alien, Terminator e Titanic, dopo tanta fatica, possa fallire? Io credo proprio di no. Prepariamoci quindi a partire: il pianeta Pandora ci aspetta.


lunedì 29 giugno 2009

Ricordando Mario Carotenuto

Storia del cinema/14

I Puffi vanno a puffare al cinema...in 3-D!


"Noi Puffi siam così, siam fatti in 3-D". Eh si, signori e signore la notizia è ufficiale: il 17 dicembre del 2010 uscirà nelle sale di tutto il mondo un film su questi simpatici (per qualcuno odiosi) gnometti blu. Lo script, messo su carta da David Stem (Il campeggio dei papà) e David Weiss (Sabrina - Vita da strega), è già tutto pronto ma sui contenuti si sa ancora poco e niente.
La serie di fumetti, ideata dal cartoonist belga Peyo verso la fine degli anni '50, nasce come 'spin-off' di un altro format, John e Solfamì, creato sempre dallo stesso fumettista, in cui, però, Grande Puffo & co. avevano un ruolo secondario. Poi, visto il successo raccolto, sono nati a catena una serie tv e un trend di gadget tutti da collezionare.
Ora per i 'difensori della natura' è il momento del grande passo. Riusciranno i nostri eroi ad essere 'puffosi' anche al cinema? Sinceramente, rabbrividisco solo all'idea, ma una chance non si nega più a nessuno!


sabato 27 giugno 2009

Coraline e la porta magica


Regia: Henry Selick
Cast: Dakota Fanning, Teri Hatcher,John Hodgman
Genere: Animazione
Durata: 100 minuti
Voto: * * * *

La vita di Coraline Jones, ragazzina undicenne come tante, scorre noiosa e lenta nella nuova casa nell'Oregon. I suoi genitori non la degnano di uno sguardo, assorti come sono nel loro lavoro. Curiosa e desiderosa di avventure come non mai, prova ad esplorare il suo nuovo mondo, e conosce un eccentrico quanto petulante bambino, Wybie, scopre il fantasioso universo di due stravaganti attrici sul viale del tramonto e fa amicizia con uno strambo acrobata del circo. Nonostante questi nuovi incontri,a Coraline non piace questa realtà. Ce ne vorrebbe un'altra.
Torna Henry Selick e dopo che l'amico Tim Burton gli aveva affidato il suo Nightmare Before Christmas, stavolta lavora 'in proprio', con questa storia fantasy dal gusto molto dark. Si ripropone, come nel suo precedente film, la contrapposizione di due mondi. Uno grigio, triste e dominato dalla noia, l'altro colorato, pieno di prelibatezze e di strambe creazioni. Ci troviamo, dunque, davanti alla classica minestra riscaldata? Nient'affatto. Coraline e la porta magica proietterà lo spettatore in un mondo inaspettato e in cui gli effetti speciali si mescolano con le geniali invenzioni di due maestri del genere come Selick e Gaiman, autore del romanzo da cui la pellicola è tratta. La stop-motion si sposa con il 3-D e il risultato è un nuovo capolavoro, tutto da vedere, e, soprattutto, da vivere.
Chi si accontenta gode è un proverbio che poco si addice a Coraline, che vorrebbe una realtà creata tutta intorno a lei, come recita un famoso spot. Riuscirà a trovarla esattamente come la sogna, ma non è tutt'oro quello che luccica. Questo vecchio detto vale per lei, ma non per noi che guardiamo. Ci si trova, infatti, al cospetto di un autentico gioiello del cinema d'animazione, sottolineato da immagini sempre più spettacolari. Accontentarsi, questa volta, sarebbe un vero peccato. Splendido.


Una notte da leoni


Regia: Todd Phillips
Cast: Bradley Cooper, Ed Helms, Zach Galifianakis, Justin Bartha
Genere: Commedia
Durata: 100 minuti
Voto: * * 1/2

Mancano solo due giorni al suo matrimonio e, come sempre si fa, Doug ha organizzato un addio al celibato indimenticabile. Parte, così, con tre amici alla volta di Las Vegas, per darsi in pasto all'alcool per un'ultima, pazza notte. Tutto va secondo i piani, a parte un piccolo particolare. Quando gli amici di Doug si svegliano, il futuro maritino non c'è più. Che fine avrà fatto?
Todd Philips è un regista specializzato in commedie on the road e cultura rock'n'roll. Queste sue passioni trovano largo spazio in questa eccentrica pellicola, dove personaggi al limite del ridicolo (quando non vi sfociano senza pudore), droga, alcool e donne disinibite e parecchio cattive la fanno da padrona. Le bizzare vicende dei quattro amici sbronzi vengono narrate in tipico stile road-movie, dove la graduale ripresa dalla sbornia, con il lento ritorno alla lucidità, si associa con il giallo della scomparsa dello sposo.
Simpatica commedia che, però, promette risate grosse senza mantenere. Già seduto con le ganasce aperte, complice un trailer fatto ad arte, lo spettatore sarà costretto a richiuderle per ricambiare allo schermo giusto qualche sorriso, provocato, soprattutto, dal demenziale personaggio di Alan, interpretato da Zach Galifianakis, che a Las Vegas ci era già stato per un'altra notte brava insieme a Cameron Diaz e Ashton Kutcher. Bravi gli altri tre interpreti senza, però, brillare particolarmente. Gustosi i cammei di Mike Tyson e del bebè con gli occhiali da sole. Passo in avanti per Todd Philips, che rispetto al suo precedente Road Trips costruisce una storia convincente. Ma le risate di grana grossa stanno tutte nel trailer.


Borderland


Regia: Zev Berman
Cast: Brian Presley, Rider Strong, Jake Muxworthy, Martha Higareda
Genere: Horror
Durata: 104 minuti
Voto: * *

Ed, Phil ed Henry, sono tre studenti che si preparano ad andare all'università. Durante un campeggio estivo in Texas, stufi delle ragazze americane troppo caste e di una libertà costruita intorno ad eccessive regole, decidono di realizzare il sogno più grande: varcare il confine con il Messico e vivere avventure con donne facili. E' l'inizio di un incubo.
Il prologo di Borderland impressiona per la violenza delle immagini, e fa presagire una pellicola sulla falsa riga di Hostel o del più recente Martyrs. In realtà non è affatto così, il film non punta solo su occhi estirpati, braccia tagliate e stinchi affettati. Vuole essere, al contrario, un thriller concettuale a metà tra il politico e il religioso. Rimane, però, come spesso succede quando si mette troppa carne al fuoco, un prodotto sospeso tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. Il confine del titolo è quello tra l'America (il Paradiso) e il Messico (l'inferno). Scontato vedere come dietro una metafora di questo tipo ci sia una visione ultra-patriottica del postico in cui si è nati. I messicani sono visti come dei diavoli vestiti da religiosi incalliti. La loro è una terra dominata da un eccessivo liberismo, che li porta a comportarsi come delle autentiche bestie senza nè legge nè Dio. Le loro abitudini sono, peraltro, contagiose visto che anche chi varca la dogana, piano piano, tende ad emularli.
Rispetto agli altri film splatter visti fin qui, questo è quello che più di tutti mette in primo piano le idee invece che le torture. Peccato che queste idee siano quantomeno opinabili. Piacerà ad alcuni, infastidirà gli altri. Mediocre.


La ragazza del mio migliore amico


Regia: Howard Deutch
Cast: Dane Cook, Kate Hudson, Jason Biggs
Genere: Commedia
Durata: 103 minuti
Voto: * 1/2

Alexis ha tutte le qualità migliori che si possano cercare in una ragazza: è bella, intelligente e sportiva. Dustin, al contrario, è timido, impacciato e anche esteticamente non è granchè. I due sono amici, molto amici, forse troopo. Questa situazione, infatti, impedisce a Dustin di dichiararsi e, quando lo fa, è un autentico disastro. Legati da un sentimento troppo puro come l'amicizia, per la ragazza è praticamente impossibile vederlo come ipotetico fidanzato. In questa situazione entra Tank, il migliore amico di Dustin, esperto nel far arrabbiare le ragazze con i suoi comportamenti da autentico idiota, e farle tornare dalle vecchie fiamme. Ci prova anche con Alexis, ma qualcosa va storto e tra i due sboccia l'amore.
Il Jason Biggs di American Pie è cresciuto ,ma i suoi problemi sentimentali rimangono intatti. Simile ad un novello Fantozzi, il giovane si innamora dell'angelo di turno, e deve fare i conti con la sua più completa incapacità nel far inavghire le donne. Arriva allora Tank, personaggio molto simile all' Hitch di Will Smith, che tanto bene aveva fatto al botteghino qualche anno fa. Se mischiate dunque queste due commedie, ne vien fuori un prodotto gradevole, ma assolutamente usurato dal tempo e dalle continue riproposizioni. C'è poco di nuovo, dunque, in questa pellicola che più che col cinema ha a che spartire con il marketing, essendo nata per fare bottino.
Howard Deutch è un vecchio lupo di mare del genere e sa come dirigere le operazioni, mettendoci furbizia ed esperienza acquisita sul campo. La commedia scorre abbastanza, ma qualche sbadiglio esce fuori, e il compitino da un punto di vista squisitamente tecnico viene portato a casa. Rimane, però, il fatto che la penuria di novità pesa eccome alla lunga, e gli spettatori sembrano stufi di assistere sempre alla stessa solfa. E' un peccato però perchè, a parte Jason Biggs, ormai schiavo del suo personaggio da sfigato, Dane Cook e Kate Hudson sono attori dal talento molto promettente. Ma dovrebbero cominciare ad evitare come la peste altre pellicola di così bassa fattura. Evitabilissimo.



venerdì 26 giugno 2009

Speciale Michael Jackson










Tanti auguri a: Fabrizio Bracconeri

Storia del cinema/13


300 e il suo sequel: è pazzia?


"Questa è follia!...Questa è Spartaaaa!!!". Pensieri e parole di 300, film che ha fatto la storia del cinema recente, ma destinato a non rimanere un unicum. La crisi di idee, non solo economica, che sta colpendo gli States, sembra stia spingendo la coppia vincente Snyder-Miller a pensare ad un sequel della pellicola. Stando a ciò che dice il regista, lo sceneggiatore di graphic novel starebbe scrivendo una nuova storia, ideale seguito delle vicende del popolo di Leonida, in perenne conflitto con gli ateniesi.
Per quanto riguarda il livello estetico, anche questo nuovo episodio dovrebbe essere girato con le stesse tecniche e la stessa fotografia. Cambierebbe solo lo scenario, più sontuoso rispetto al primo, grazie al budget ritoccato verso l'alto. "Vi sarà l'opportunità per realizzare una pellicola visivamente spettacolare, anche se spero di dare un look omogeneo e simile a 300. Non vi saranno grandi rivoluzioni. Sarà una pellicola simile alla precedente, ma più potente", ha dichiarato recentemente Snyder.
Per far vedere la luce al nuovo progetto dovremo, però, dare tempo al tempo. Il cineasta originario del Wisconsin è, infatti, già impegnato in due progetti in fase avanzata. Sta girando, in questi giorni, il fanta-cartoon Guardians of Ga'Hoole, e presto si tufferà in un harem di donne stupende per le riprese di Sucker Punch, film folle con un cast tutto al femminile.
E' uno sporco lavoro, ma Snyder dovrà pur farlo.


giovedì 25 giugno 2009

Ricordando Duilio Del Prete

Storia del cinema/12

Una notte da leoni e una vita da invenzioni per Heather Graham


Heather Graham sta vivendo un momento d'oro della sua carriera. Ne è passato di tempo, da quando questa bionda e magrissima attrice di belle speranze vestiva i panni della dottoressa Molly Clock in Scrubs. Ora la ragazza è cresciuta molto a livello artistico, lavorando con un regista di fama internazionale come Abel Ferrara nel mistico Mary. In questi giorni la Graham è nelle sale con lo spassosissimo Una notte da leoni, in cui interpreta una spogliarellista con figlia a carico.
Ma, come detto prima, Heather è una delle attrici più richieste di Hollywood, e un personaggio del calibro di Kevin Spacey non poteva lasciarsela sfuggire. L'ha così chiamata per una parte in Father of inventions, commedia brillante di cui è anche produttore. Il film sarà incentrato sulle vicende di un inventore partito da zero e divenuto miliardario. Tutto perfetto, fin quando finisce in prigione proprio a casa di una sua creazione, considerata dannosa. Dovrà, allora, ricostruirsi una credibilità sia sul lavoro che in famiglia. Le riprese inizieranno questa settimana a New Orleans.
Che stia nascendo una nuova super diva?


mercoledì 24 giugno 2009

Tanti auguri a: Renzo Arbore

Storia del cinema/11

007 e i fantasmi casalinghi


Daniel Craig sembra cominciare a star scomodo nei panni dell'agente 007, e ha voglia di togliersi lo smoking per tornare ai vecchi, cari valori di una volta come la famiglia. Sarà per questo, forse, che rumors sempre più insistenti lo danno come probabile protagonista di Dream House, ultima fatica del grande Jim Sheridan (Nel nome del padre). Nel film, sceneggiato da David Loucka, sarà un padre come tanti che, insieme ai suoi cari, si trasferisce in un paesino da sogno. Peccato, però, che la casa in cui va ad abitare si riveli un autentico incubo. Infatti, è infestata dai fantasmi dei vecchi inquilini, uccisi proprio in quella magione. Detta così, la trama sembrerebbe degna dell'ultimo numero di Topolino, ma il marchio Sheridan dovrebbe essere garanzia di grande qualità.
Daniel Craig, dunque, temendo di rimanere ingabbiato nel personaggio dello 007 più famoso del mondo, ha deciso di prendersi una bella vacanza in una villetta da paura. Complimenti per la scelta!


martedì 23 giugno 2009

Tanti auguri a: Philip Seymour Hoffman

Storia del cinema/10

Checco Zalone cade dalle nubi e arriva al cinema


Se dico Luca Medici, probabilmente, nessuno capirà di chi sto parlando. Ma Checco Zalone è ormai uno dei comici più famosi nel nostro Paese. Venuto alla ribalta grazie alle sue canzoni politicamente scorrette presentate a Zelig, questo giullare sgrammaticato si prepara a passare al cinema. Il film, che segnerà il suo esordio come attore, ha, per ora, il titolo provvisorio di Cado dalle nubi. L'uscita di questo attesissimo titolo è prevista per novembre 2009, e alla regia troveremo Gennaro Nunziante, anche lui per la prima volta dietro la macchina da presa.
Non sono molto convintò della bontà di questa idea, ma vista la stima che ho per questo grande show-man gli auguro tutte le migliori fortune.


lunedì 22 giugno 2009

Tanti auguri a: Meryl Streep

Storia del cinema/9

Scarlett Johansson sposerà Frankenstein?


Per tutti gli amanti della letteratura classica horror ci sono due notizie davvero succose. La prima è che sembrerebbe entrato nella fase di pre-poduzione il remake de La moglie di Frankenstein, film del 1935 da John Whale. La seconda, ma non in ordine di importanza, è che il ruolo della protagonista potrebbe essere di Scarlett Johanson, che prenderebbe il posto di Elsa Lanchester, prima attrice dell'originale.
Il rifacimento inizierà la storia dal punto in cui finisce Frankenstein, l'immortale romanzo di Mary Shelley, ovvero sia quando il terribile mostro, dopo mille disavventure, torna dal suo padrone. Pretenderà, allora, di avere una compagna e a fargliela dovrà essere il suo stesso creatore. L'esperimento riuscirà, ma la donna rifiuterà il compagno cui è predestinata, tentando di sfuggirgli in tutti i modi. A dirigere questo ambiziosissimo remake troveremo Neil Burger (The Illusionist).
La giovane e biondissima attrice americana è, dunque, in cima alla lista di preferenze della Universal per interpretare questo difficilissimo ruolo. Rimaniamo in fremente attesa con un dubbio che ci perseguiterà fino alla conferma: questo matrimonio s'ha da fare?


sabato 20 giugno 2009

I love Radio Rock


Regia: Richard Curtis
Cast: Philip Seymour Hoffman, Bill Nighy, Rhys Ifans, Nick Frost, Kenneth Branagh, Tom Sturridge,Emma Thompson
Genere: Commedia
Durata: 135 minuti
Voto: * * * *

Siamo nel 1966. Il rock'n'roll sta vivendo un periodo magico della sua storia, ma la BBC, la radio nazionale inglese, trasmette solo 45 minuti di musica di questo genere al giorno. Nasceva così il fenomeno incontrollato delle radio-pirata, che agendo al di fuori della legge, trasmetteva musica pop e rock tutto il giorno e tutta la notte. A capo di questo fenomeno c'era Radio Rock, le cui frequenze erano trasmesse da un barcone ormeggiato nelle acque del mare del nord.
Richard Curtis, regista e sceneggiatore delle più grandi commedie inglesi degli ultimi anni (da Quattro matrimoni e un funerale a Love Actually) torna al cinema con I love Radio Rock, brillante pellicola sul periodo che ha cambiato radicalmente la storia della musica mondiale. Il suo è un autentico capolavoro del genere, dando vita ad un vero e proprio carrozzone di figure rockettare. C'è l'hippie con il barbone e i capelli lunghi assuefatto alla musica e alla droga. C'è il Jim Morrison bello, dannato e taciturno, il David Bowie glam e fissato con il sesso, la lesbica, il comico da strapazzo, lo sfigato, il tardo e, a capo di tutti, il Conte, ovvero il rock'n'roll fatta persona. Questi personaggi macchietta danno vita a sketches memorabili, momenti di vera e folle ilarità come non se ne vedevano da tempo. Attenzione, però, a non considerarla una semplice commediola. Una fotografia accurata e una scenografia attenta, ricostruiscono alla perfezione i 'meravigliosi anni '60, ed ecco che questo film diventa a suo modo storico, pur parlando di personaggi parzialmente inventati.
Il lungometraggio è, immancabilmente, sottolineato da un colonna sonora di brani d'epoca stupendi, da ascoltare anche comodamente seduti sul divano di casa propria, mentre ci si lascia trasportare da nostalgia e ricordi. I Love Radio Rock è un film perfetto nel suo genere, ma non è un film sul rock'n'roll. Radio Rock è il rock'n'roll.


Sacro e profano


Regia: Madonna
Cast: Eugene Hutz, Holly Weston, Vicky McClure
Genere: Commedia
Durata: 80 minuti
Voto: * * * 1/2

A.K. è un ucraino leader di un gruppo punk gitano che, per finanziare la sua band, è costretto a soddisfare le voglie sadomaso dei clienti che si alternano nell' appartamento in cui vive. Juliette lavora in una farmacia, ma vorrebbe aiutare i bambini africani in prima persona. Nel frattempo, passa le giornate ad impasticcarsi per dimenticare il suo passato. Il desiderio più grande di Holly è quello di fare la ballerina di danza classica, anche se per guadagnarsi da vivere deve strusciarsi su un palo e fare la lap-dancer.
Sacro e profano è il bel film che non ti aspetti. Chi l'avrebbe detto che Madonna, la Material Girl per eccellenza, potesse fare una così profonda riflessione sulla vita? Eppure è proprio così. Un misto tra musical, commedia e dramma, ed il risultato è una pellicola fuori dagli schemi, ironica ma assolutamente seria. Ogni personaggio vuole raggiungere il suo personale Paradiso, che si chiami musica o missione umanitaria, ma per farlo deve sporcarsi in un mondo ingiusto che ti fa toccare il fondo per darti lo slancio e saltare più in alto. Un film sincero, senza peli sulla lingua, ancora imperfetto nella scrittura, ma, suvvia, è un peccatuccio veniale.
Straordinariamente preciso, invece, da un punto di vista tecnico tanto da far sorgere un dubbio: ma l'ha davvero girato lei? Se davvero è così, la signora Ciccone ha sbagliato carriera. Invece di perdersi nella musica pop, avrebbe potuto regalarci delle autentiche gemme cinematografiche.
Sacro e profano è fedele a sè stesso fino in fondo, senza paura di risultare estremo. A pensarci bene, però, a giudicare dal titolo, questo film l'avrebbe potuto girare solo lei: la profanissima signora Madonna. Da vedere.


Un'estate ai Caraibi


Regia: Carlo Vanzina
Cast: Enrico Brignano, Carlo Buccirosso, Biagio Izzo, Martina Stella, Alena Seredova, Enrico Bertolino, Luigi Proietti, Maurizio Mattioli, Paolo Conticini, Paolo Ruffini
Genere: Commedia
Durata: 110 minuti
Voto: *

Cinque storie ambientate sullo sfondo delle splendide spiagge dell'isola di Antigua. Roby è un impiegatuccio napoletano ipocondriaco cui Giacomo, suo amico medico, diagnostica per errore un male incurabile. Vincenzo, dentista partenopeo, parte con l'amante per una vacanza all'insaputa della moglie, costretta a letto da una gamba rotta. Angelo è il portaborse servile di un politico cinico e rude, Remo, obbligato a partire con lui per coprire le sue maleffatte. Max è un deejay radiofonico che scopre che la sua ragazza lo tradisce con Tommy, suo collega e spalla alla conduzione. Alberto è un romano emigrato ai Caraibi, dove vive di espedienti e truffe ai danni dei turisti italiani, affiancato da un vivace bambino del luogo.
Da due anni a questa parte, i fratelli Vanzina si cimentano nel cine-cocomero, inutile riproposizone delle stesse situazioni già viste cinque mesi prima nel cine-panettone di Neri Prenti. Basta leggere la trama per capire che non c'è niente di nuovo sotto il sole dei Caraibi. Questi collage di culi e tette sono tutti uguali, privi di una qualsiasi trama originale ed ogni anno, triste destino, perdono anche in battute. Si noterà come le parolacce siano al minimo storico, ma chi l'ha detto che la volgarità consiste solo nell'essere sboccati? Donne usate, prostitute e amanti fioccano in tutti gli episodi (escluso quello più familiare di Proietti), facendo di questa trasferta caraibica dei Vanzina una copia ripulita della crociera di Neri Parenti.
Carlo Buccirosso è l'unico tra i comici presenti in quest'accozzaglia a salvare la faccia, per il resto, dispiace dirlo, è tutto da bocciare. Bertolino non è mai stato un comico da risate grasse, ed è quindi totalmente fuori posto in una pellicola del genere. Biagio Izzo è ormai la macchietta di sè stesso, utilizza sempre le stesse espressioni per ripetere il concetto che più di questo non sa fare. Alena Seredova come attrice è davvero negata, ed il suo personaggio è un ibrido tra una russa e una napoletana. Davvero pietosa. Enrico Brignano è penalizzato da una sceneggiatura scarsa, che gli impedisce di dar libero sfogo al suo repertorio tanto apprezzato a teatro. Mattioli fa il solito ruolo da romano briccone, ma ormai la formula ha fatto il suo tempo. Per quel che riguarda la coppia Ruffini-Conticini, basta far notare come manchi il comico, nascendo entrambi come spalle, ed il risultato è certamente molto negativo. Martina STella si limita a mettersi in costume ed a fare, di tanto in tanto, l'isterica. Proietti, ormai da tempo, al cinema ripropone in varie salse il Mandrake di Febbre da cavallo. Certi prodotti a cui continua a partecipare, hanno il solo effetto di macchiarne la brillante carriera.
Il pubblico lo sta ignorando, giustamente. Speriamo solo di scamparla per gli anni a venire.


Martyrs


Regia: Pascal Laugier
Cast: Morjana Alaoui, Mylène Jampanoï, Catherine Bégin
Genere: Horror
Durata: 97 minuti
Voto: * *

Lucie è una ragazzina rimasta per un anno nelle mani di alcuni pazzi sadici, che l'hanno sottoposta alle torture più crudeli. Quando riesce a liberarsi non ricorda più nulla, ma la polizia scopre un vecchio mattatoio dove, presumibilmente, si sono consumate le orribili sevizie alla vittima. Quindici anni dopo Lucie decide di vendicarsi. E' l'inizio di un incubo.
Martyrs è un film sporco. Di sangue, di sudore e di sentimenti. Dall'inizio alla fine del film si sussuegono colpi proibiti, spari, cadaveri ed ogni genere di nefandezza possibile ed (in)immaginabile. Le due splendide protagoniste subiscono un autentica trasfigurazione dei loro volti e corpi, tanto da essere, in conclusione, difficilmente classificabili come essere umani. Lo spettatore rimane sbigottito, angosciato e con i conati nel vedere l'orribile sorte toccata alle due sventurate ragazze. Violenza senza senso ancora una volta? Niente affatto. Martyrs un senso ce l'ha, ed anche molto profondo. Ma tutto si perde in un urlo, un lamento, uno sbocco di sangue, esattamente come in Hostel. Questo è il peccato mortale di Martyrs che troppo impegnato a scandalizzare, si dimentica di far riflettere. Il finale, infatti, è tutto da vedere, ma probabilmente questo thriller francese verrà ricordato come l'ennesimo ( e mal riuscito) filmetto splatter alla Eli Roth.
Morjana Alaoui e Mylène Jampanoï sono davvero bravissime nell'interpretare le martiri, e va dato loro merito di aver concesso in sacrificio (è proprio il caso di dirlo) i loro corpi per rendere questo film più credibile. Lo stanno proiettando in pochissime sale, e se non avete uno stomaco di ferro vi sconsiglio vivamente lo spettacolo.


Moonacre - I segreti dell'ultima luna


Regia: Gabor Csupo
Cast: Dakota Blue Richards, Augustus Prew, Ioan Gruffudd, Natascha McElhone, Tim Curry, Juliet Stevenson
Genere: Fantastico
Durata: 103 minuti
Voto: * * *

Maria Merryweather è una ragazzina di 13 anni che ha appena perduto il padre. La sola eredità che le ha lasciato è un libro, ambientato nelle desolate terre di Moonacre, luogo in cui vive suo zio, Sir Benjamin. Maria andrà a vivere nella sua tenuta e scoprirà che ciò che è scritto nella fiaba è tutto vero.
A vederlo così, senza troppa immaginazione, questo Moonacre - I segreti dell'ultima luna è la solita favoletta ad uso e consumo della fantasia dei bambini, da vedere e dimenticare appena usciti dalla sala. Ma per chi conosce Gabor Csupo (Un ponte per Terabithia) non sarà difficle capire che si tratta di ben altro. L'autore ungherese, infatti, è maestro nel trattare temi alti con un linguaggio adatto ad un pubblico di tutte le età. Anche la sua ultima fatica non sfugge alla regola, e così si notano riferimenti per niente celati alle diatribe tra israeliani e palestinesi, dove l'orgoglio impedisce di trovare la pace tra i due popoli.
Ottima l'interpretazione di Dakota Blue Richards, enfant prodige già vista ne La bussola d'oro, e anche degli attori più navigati. Ottima la fotografia di David Eggby (Pitch Black), in grado di dare alla storia l'atmosfera sognante di una favola dal gusto classico ma, allo stesso tempo, fortemente attuale.
Non è un capolavoro, ma era da Lemony Snicket's che non si vedeva un film per ragazzi così ben fatto. Riuscito.


venerdì 19 giugno 2009

Tanti auguri a: Daria Nicolodi

Storia del cinema/8

Anticonformismo Usa e bigottismo inglese per Sam Mendes


Revolutionary Road è stato, di certo, uno dei migliori film visti in questa stagione. Altrettanto vero è che non avevamo bisogno di ulteriori conferme per capire che Sam Mendes, autore di American Beauty ed Era mio padre, fosse uno dei più grandi autori dell'industria cinematografica attuale.
La casa di produzione Focus Features ha, quindi, messo a segno un gran colpo facendogli firmare un contratto biennale, legato alla produzione di due nuovi progetti, che vedranno Mendes dietro la macchina da presa.
Il primo sarà Butcher's Crossing, dall'omonimo romanzo del 1960 di John Williams. Questo western post-moderno ha per protagonista un uomo di grande cultura (ha studiato ad Harvard), che di punto in bianco decide di trasferirsi in un piccolo paesino del Kansas per dedicarsi alla caccia dei bufali.
Altro libro altro film. La Focus sta, infatti, lavorando ad un adattamento cinematografico del romanzo Middlemarch, che prende il nome da un'immaginaria cittadina inglese, in cui si svolgono le vicende di un folto gruppo di persone. La pellicola, così come il libro, indagherà su numerosissimi temi come lo condizione della donna nella società del 1830, il matrimonio, la religione e la politica.
Tutti i fan di questo grande regista, me compreso, non dovranno aspettare molto per vedere una sua nuova opera. Sam Mendes ha, infatti, appena finito di girare Away we go, commedia romantica nelle sale dal prossimo autunno.
Quest'estate passerà più veloce.


giovedì 18 giugno 2009

Tanti auguri a: Raffaella Carrà

Storia del cinema/7

Il quinto capitolo di Indiana Jones si farà: parola di Shia Labeouf


Shia LaBeouf è il nuovo ragazzo prodigio del cinema hollywoodiano. Per assicurarsi le prestazioni del suo bel faccino, si sono scomodati autori indipendenti come Dito Montiel e maghi dell'intrattenimento come Steven Spielberg e Michael Bay. Con quest'ultimo, l'attore sarà presto nelle nostre sale con Transformers 2 ed è pronto a bissare e, perché no, superare il successo del primo.
Con Spielberg, invece, Labeouf è entrato a far parte della saga dedicata alle avventure di Indiana Jones. Il teschio di cristallo ha avuto un grande riscontro ai botteghini, e sembra quasi certo che il quarto capitolo di questo epico marchio non sarà l'ultimo della serie. A confermarlo è lo stesso giovane attore, che annuncia il prossimo inizio della produzione di una nuova pellicola sulla quale, naturalmente, ancora non si sa nulla.
Shia, intanto, continua a barcamenarsi tra blockbuster e cinema d'impegno. Oliver Stone lo ha, infatti, ingaggiato per Money never sleeps, seguito di Wall Street. Per lui, come di recente affermato, non fa differenza lavorare con Bay o Stone. Entrambi, infatti, sono maestri anche se in due generi agli antipodi. Tutti e due, comunque, meritano rispetto. Amen.


mercoledì 17 giugno 2009

Leonardo Di Caprio tra matti, killers e tavoli da gioco


La coppia Di Caprio-Scorsese sta per colpire un'altra volta. Dopo l'enorme successo di Gangs of New York, The Aviator e The Departed, il duo italo americano sta per colpire un'altra volta volta con Shutter Island, tratto dal romanzo di Denis Lehane. La pellicola, che sarà qui da noi a partire dal 9 ottobre prossimo, vede Di Caprio e Mark Ruffalo nei panni di due investigatori alle prese con la misteriosa scomparsa di una donna, avvenuta in un manicomio criminale su un'isola sperduta.
Sempre tratto da un best-seller, Beat the Reaper di Josh Bazell, è anche un altro progetto sviluppato dal protagonista del Titanic, che sarà stavolta un medico di Manhattan, riconosciuto da un gangster e che torna a vedere i fantasmi del suo passato da killer.
L'attore californiano è davvero inarrestabile ed ha raggiunto un accordo con la Paramount per interpretare un film, ancora senza titolo, ambientato nel mondo del poker on-line in Costa Rica. La sceneggiatura verrà firmata da Brian Koppelman e David Levien, già autori di Ocean's Thirteen e Il giocatore - Rounders, e dunque veri esperti di azzardo e tavoli da gioco.
Si annunciano altri tre grandi successi per questo ragazzo che ha ha fatto della bellezza un'arma per mostrare un grande talento. Non è proprio da tutti.


martedì 16 giugno 2009

Storia del cinema/6

Natalie Portman diventerà un cigno


Natalie Portman si prepara a diventare un cigno per Darren Aronofsky, regista del pluripremiato The Wrestler. Questo nuovo film, dal titolo Black Swan, sarà ambientato nel mondo del balletto. Una navigata danzatrice si prepara ad una competizione con una rivale. Sullo sfondo, strani fenomeni cominciano ad accadere. Intanto, la data della grande sfida si avvicina.
Black Swan era inizialmente previsto per il 2007, ma la data di inizio della produzione è stata più volte rimandata. Ora, con la presenza dell'attrice nata a Gerusalemme nel 1981 nel cast, l'operazione potrebbe subire un'accelerazione improvvisa. Le riprese, dunque, inizieranno molto probabilmente entro la fine dell'anno.


lunedì 15 giugno 2009

Storia del cinema/5

Angelina Jolie risorge in Wanted 2?


A volte risorgono. Angelina Jolie potrebbe di nuovo vestire i panni di Fox nell'attesissimo sequel di Wanted, thriller adrenalinico che ha fatto impazzire il pubblico di mezzo mondo. Notizia inaspettata e alquanto assurda quella divulgata da Timur Bekmambetov, regista del film, visto che il personaggio della super-sexy diva hollywoodiana è morto al termine del primo episodio della saga. Nessuna novità, invece, per quanto riguarda la partecipazione di James McAvoy.
Il ritorno della Jolie non è, però, l'unica grande novità in cantiere. Esiste, infatti, la volontà di creare nuovi personaggi, per rendere ancora più interessante il ritorno in sala della pellicola. Accanto a tanti volti nuovi ci sarà, però, anche una gradita conferma, ovvero quella di Exterminator, interpretato sullo schermo da Konstantin Khabensky. L'attore russo è una specie di feticcio del regista, che aveva già seguito nelle sue due precedenti opere I guardiani della notte e I guardiani del giorno. Timur Bekmambetov, autore già stimato dalla critica e che ora ha trovato la definitiva consacrazione presso il grande pubblico, sembra, dunque, davvero intenzionato a dare un seguito al primo Wanted. A darne parziale conferma è lo stesso cast, per bocca di Terence Stamp, che ha di recente affermato che Pekwarsky, il suo personaggio, era pensato proprio per un sequel. Chris Morgan, sceneggiatore, ha già pronta la penna per scrivere questa nuova pagina di cinema ad alta tensione emotiva.


sabato 13 giugno 2009

Terminator Salvation


Regia: McG
Cast: Christian Bale,Sam Worthington, Moon Bloodgood, Common, Bryce Dallas Howard
Genere: Azione
Durata: 115 minuti
Voto: *

Nel 2018 è in corso il tanto atteso Giorno del Giudizio. I Terminator uccidono e catturano uomini a tutto spiano, lasciando le città deserte e senza speranza. Per fortuna, un piccolo gruppetto di volenterosi, la cosiddetta Resistenza, si oppone a quella che sembra ormai una fine inevitabile. A capo di questa minoranza di persone c'è John Connor, l'unico ad aver previsto questa catastrofe.
Se la saga di Terminator è riuscita ad arrivare fino al quarto capitolo ( e se ne prevede anche un quinto) è perchè James Cameron prima e Jonathan Mostow poi) erano riusciti, con alterne fortune, a produrre film in grado di mescolare fantascienza e pillole di filosofia spicciola. Pur non disdegnando effetti speciali a catinelle, i tre episodi precedenti si distinguevano per una certa cura della sceneggiatura, che dava al prodotto finale un senso di completezza. Terminator Salvation prova a fare da solo, tagliando il cordone ombelicale che lo legava agli altri, e da vita ad uno spettacolone arido, privo di qualsiasi senso, col solo obiettivo di sfruttare un marchio di successo.
'Il destino ce lo creiamo da soli', ideale sottotitolo di tutta la saga, scompare del tutto. La sceneggiatura di John Brancato e Michael Ferris non tiene conto della filosofia che c'era dietro gli altri film, partorendo un non-sense fatto solo di spari e sangue. Sono riusciti a rovinare un classico del cinema fantasy, quando sul tavolo c'erano tutte le carte per un nuovo memorabile capitolo. Il regista McG non è di certo James Cameron, ma non fa nulla per rimaediare alle sue lacune, portandosi dietro lo stesso stile con cui aveva direttole due pellicole dedicate alle Charlie's Angels. Troppo poco per competere con un mostro sacro come Cameron.
Dire che è un peccato è poco, siamo davanti ad un' autentica scempiaggine.


Ca$h


Regia: Eric Besnard
Cast: Jean Dujardin, Jean Reno, Valeria Golino, Alice Taglioni
Genere: Azione
Durata: 100 minuti
Voto: * * 1/2

Cash è un ladro affascinante che fa letteralmente impazzire la polizia francese. I suoi imbrogli sono una vera e propria leggenda ormai nei commissariati d'Oltralpe, e nessuno sbirro è mai riuscito ad acciuffarlo. Quando suo fratello viene ucciso, decide di vendicarsi organizzando una mega truffa per entrare in possesso di una valigetta piena di diamanti. Dovrà vedersela con un'agente dell'Interpol sulle sue tracce.
Cash è un film francese, ma sembra americano. Sia la regia che la sceneggiatura strizzano l'occhio alle produzioni made in Usa (vedi Ocean's eleven), ma non ne è una copia. In effetti, trova un suo punto di distinzione rispetto alla trilogia di Soderberg, ma è molto lontano dall'essere un prodotto originale. Cash sembra un Arsenio Lupin dei nostri giorni, che con il suo fascino conquista e ammalia le sue vittime.
Eric Besnard, regista e sceneggiatore del film, disegna una trama eccessivamente complicata, che richiede uno sforzo troppo grande per essere seguita con attenzione dallo spettatore, e corre il rischio di confonderlo, portandolo alla noia. Nonostante tutto, se apprezzate il genere non rimarrete delusi, grazie anche ad un finale totalmente spiazzante. Bravi tutti gli interpreti, ad eccezione di Valeria Golino, bellissima ma che conferma di avere qualche problema di espressività vocale in fase di doppiaggio.
Non sarà un esempio di creatività, ma questo Cash risulta nel complesso abbastanza riuscito.