sabato 27 giugno 2009

Borderland


Regia: Zev Berman
Cast: Brian Presley, Rider Strong, Jake Muxworthy, Martha Higareda
Genere: Horror
Durata: 104 minuti
Voto: * *

Ed, Phil ed Henry, sono tre studenti che si preparano ad andare all'università. Durante un campeggio estivo in Texas, stufi delle ragazze americane troppo caste e di una libertà costruita intorno ad eccessive regole, decidono di realizzare il sogno più grande: varcare il confine con il Messico e vivere avventure con donne facili. E' l'inizio di un incubo.
Il prologo di Borderland impressiona per la violenza delle immagini, e fa presagire una pellicola sulla falsa riga di Hostel o del più recente Martyrs. In realtà non è affatto così, il film non punta solo su occhi estirpati, braccia tagliate e stinchi affettati. Vuole essere, al contrario, un thriller concettuale a metà tra il politico e il religioso. Rimane, però, come spesso succede quando si mette troppa carne al fuoco, un prodotto sospeso tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere. Il confine del titolo è quello tra l'America (il Paradiso) e il Messico (l'inferno). Scontato vedere come dietro una metafora di questo tipo ci sia una visione ultra-patriottica del postico in cui si è nati. I messicani sono visti come dei diavoli vestiti da religiosi incalliti. La loro è una terra dominata da un eccessivo liberismo, che li porta a comportarsi come delle autentiche bestie senza nè legge nè Dio. Le loro abitudini sono, peraltro, contagiose visto che anche chi varca la dogana, piano piano, tende ad emularli.
Rispetto agli altri film splatter visti fin qui, questo è quello che più di tutti mette in primo piano le idee invece che le torture. Peccato che queste idee siano quantomeno opinabili. Piacerà ad alcuni, infastidirà gli altri. Mediocre.


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